"Sei dimagrito. Guarda: manca un pezzo di te, almeno venti chili."
"Giusto il tuo peso."
Vieni via con me.
Non ci siamo scambiati niente; è per questo che dovremmo stare cinquant'anni insieme per poi dirci: "Ci siamo scambiati la vita".
Vieni via con me, quando avremo sete ci fermeremo.
Sai che io posso vedere il futuro? non ci credi?! e come pensi che potrei vivere le mie giornate se non sapessi che un giorno tornerai da me!?
Vieni via con me, quando avremo sete ci fermeremo a comprare dei fiori.
Sai cambiare il colore delle cose, mi hai detto. Ti serve solo una lavatrice. Poi hai aggiunto, con malinconia e lo sguardo perso lontano, che non sei mai riuscita ad andare oltre al grigio col nero.
E allora vieni via con me, quando avremo sete ci fermeremo a comprare dei fiori, che la birra l'abbiamo portata da casa.
Vieni via con me e illudimi come un bambino. Fammi dimenticare. Nascondimi e non farmi capire che fra qualche giorno le nostre pelli saranno invecchiate. Lasciami a pensare se sono le stelle che tengono su il cielo, o se sia il cielo a sorreggerle. Fammi chiudere gli occhi e fammi dimenticare. Perché questa non è una tendenza ma è puro movimento.
sabato 20 agosto 2011
Di più di un bacio.
A volte penso che ogni bacio che ti ho dato sarebbe dovuto essere di più:
avrei dovuto darti un bacio sulla testa per i tuoi ricci;
un bacio sulla tua fronte per la tua mente;
uno sulle labbra per il tuo viso e per la tua bocca e le sue parole;
un bacio sul tuo seno per il tuo corpo;
un bacio sulla pancia per... ;
un bacio sul tuo sesso per il nostro sesso;
e uno sui tuoi piedi perché non lo sopporti.
avrei dovuto darti un bacio sulla testa per i tuoi ricci;
un bacio sulla tua fronte per la tua mente;
uno sulle labbra per il tuo viso e per la tua bocca e le sue parole;
un bacio sul tuo seno per il tuo corpo;
un bacio sulla pancia per... ;
un bacio sul tuo sesso per il nostro sesso;
e uno sui tuoi piedi perché non lo sopporti.
giovedì 18 agosto 2011
Le banche dei ricordi alle cinque del mattino.
L'amore al reverse
e le lenzuola che fuggono via
alle cinque del mattino
anche e soprattutto d'estate.
I miei problemi di messa a fuoco
nelle fantasie e nei sogni
e te che torni indietro
come qualcosa che non ho digerito.
Sei una montagna che ho tagliato in due
con un colpo di taglio della mano
e ora sembri soltanto una pietra sbeccata;
e ora sei soltanto
un picco del mio elettrocardiogramma.
e le lenzuola che fuggono via
alle cinque del mattino
anche e soprattutto d'estate.
I miei problemi di messa a fuoco
nelle fantasie e nei sogni
e te che torni indietro
come qualcosa che non ho digerito.
Sei una montagna che ho tagliato in due
con un colpo di taglio della mano
e ora sembri soltanto una pietra sbeccata;
e ora sei soltanto
un picco del mio elettrocardiogramma.
mercoledì 10 agosto 2011
Il Medioevo
Lei è il Medioevo.
Il classico, il moderno e il contemporaneo
sono svanite.
Lei è la stasi di ricordi e di emozioni
che, sempre uguali a se stesse,
persistono (come il respiro).
Il classico, il moderno e il contemporaneo
sono svanite.
Lei è la stasi di ricordi e di emozioni
che, sempre uguali a se stesse,
persistono (come il respiro).
Frammenti
"Sono una parte di quella forza che eternamente
vuole il male ed eternamente opera il bene."
Di te mi sono rimasti solo i pisolini postprandiali.
Ti ho giurato che il mio amore fosse immortale ma non che io fossi infallibile.
Dove sei sconosciuta che sorride a tutti? Dove sei con le tue quattro lettere, accoppiate in due sillabe, una che sbatte sul palato e l'altra che fugge e sibila tra i denti?
Chi suonava quella sera in quel locale dove un tavolo ed una birra hanno assistito a quel bacio?
È scoppiata una bomba e non sento più niente.
You fuck me through the eyes, in my brain, che l'amore è solo l'idea che la Natura ha di un dispositivo anticoncezionale.
Fingi di non vedere per vederti perfetta e io non potrei mai essere perfetto neanche in due, che l'amore è solo un espediente della Natura per il controllo delle nascite.
Sai che fare quando la felicità ti tiene sveglio e ti sfianca?
Sai perché il corpo produce anticorpi e la mente no.
Cos'hai premuto? cos'hai toccato che qui si è spento tutto?
La tua ragazza non è tua madre e tu non sei un bambino o un cane e io che non ho mai cercato e non sto cercando una cosa simile non capisco.
"Il deserto australiano non è abbastanza fitto per scappare da una donna che vuole un figlio da te"
vuole il male ed eternamente opera il bene."
Di te mi sono rimasti solo i pisolini postprandiali.
Ti ho giurato che il mio amore fosse immortale ma non che io fossi infallibile.
Dove sei sconosciuta che sorride a tutti? Dove sei con le tue quattro lettere, accoppiate in due sillabe, una che sbatte sul palato e l'altra che fugge e sibila tra i denti?
Chi suonava quella sera in quel locale dove un tavolo ed una birra hanno assistito a quel bacio?
È scoppiata una bomba e non sento più niente.
You fuck me through the eyes, in my brain, che l'amore è solo l'idea che la Natura ha di un dispositivo anticoncezionale.
Fingi di non vedere per vederti perfetta e io non potrei mai essere perfetto neanche in due, che l'amore è solo un espediente della Natura per il controllo delle nascite.
Sai che fare quando la felicità ti tiene sveglio e ti sfianca?
Sai perché il corpo produce anticorpi e la mente no.
Cos'hai premuto? cos'hai toccato che qui si è spento tutto?
La tua ragazza non è tua madre e tu non sei un bambino o un cane e io che non ho mai cercato e non sto cercando una cosa simile non capisco.
"Il deserto australiano non è abbastanza fitto per scappare da una donna che vuole un figlio da te"
martedì 9 agosto 2011
Appunti su di te.
Sei un'onda.
Intelligente come la Natura.
Spietata come l'intelligenza della Natura.
Sorda come un dio o un santo.
Bella come una madonna dipinta in una chiesa,
di pelle di tutti i colori
mescolati insieme,
fredda come la neve
e come la neve lucente.
I tuoi occhi vedono e pensano,
si avverte immediatamente,
e poi la tua mente ripensa quei pensieri
creando così la tua coscienza.
Così funzionano i tuoi sensi:
un'anatomia comparata diversa dalla norma
che deve tenere conto (anche)
del moto degli astri e degli elettroni.
E se parli, che non parli mai,
lanci incantesimi di parole
come navi fluttuanti nel mare dell'aria,
che il porto delle mie orecchie
fa fatica a gestire.
Intelligente come la Natura.
Spietata come l'intelligenza della Natura.
Sorda come un dio o un santo.
Bella come una madonna dipinta in una chiesa,
di pelle di tutti i colori
mescolati insieme,
fredda come la neve
e come la neve lucente.
I tuoi occhi vedono e pensano,
si avverte immediatamente,
e poi la tua mente ripensa quei pensieri
creando così la tua coscienza.
Così funzionano i tuoi sensi:
un'anatomia comparata diversa dalla norma
che deve tenere conto (anche)
del moto degli astri e degli elettroni.
E se parli, che non parli mai,
lanci incantesimi di parole
come navi fluttuanti nel mare dell'aria,
che il porto delle mie orecchie
fa fatica a gestire.
mercoledì 13 luglio 2011
Capirai
Ricordi quel tramonto al mare, nell'acqua a fare l'amore fin quando il sole non è sparito dietro l'orizzonte dopo aver passeggiato con quella tua amica snob, che per mettersi al centro dell'attenzione mangiava piselli freschi? E il bambino in braccio al papà nella gelateria che aveva fatto la cacca e il relativo nauseabondo odore?
Come può qualcuno ritrovarsi in queste vicende? è per questo che non avrò mai successo. Non l'hai mai capita questa mia affermazione.
Sei una fede che porto al dito del piede per illudermi che non siamo sempre soli.
E neanche questa capirai.
Come può qualcuno ritrovarsi in queste vicende? è per questo che non avrò mai successo. Non l'hai mai capita questa mia affermazione.
Sei una fede che porto al dito del piede per illudermi che non siamo sempre soli.
E neanche questa capirai.
lunedì 4 luglio 2011
Pensieri di te
C'era un tempo in cui non si distingueva l'aurora dal tramonto,
in quel tempo nella mia mente
è nata l'idea di te.
E di te ho pensato
che sei come la Libertà
a tratti ovvia e scontata
e a tratti oscura e sconosciuta.
Ho pensato che la tua pelle ha
lo stesso colore pallido della bandiera
che sventolo quando mi guardi e mi sfiori.
Ho pensato che ho tutta una canzone intera
per sperare nel tuo ritorno
e ogni nota per fallire,
che sei come una canzone
che ti prende e ti fa ballare,
e ti rendi ridicolo,
e canti e non sai cantare.
in quel tempo nella mia mente
è nata l'idea di te.
E di te ho pensato
che sei come la Libertà
a tratti ovvia e scontata
e a tratti oscura e sconosciuta.
Ho pensato che la tua pelle ha
lo stesso colore pallido della bandiera
che sventolo quando mi guardi e mi sfiori.
Ho pensato che ho tutta una canzone intera
per sperare nel tuo ritorno
e ogni nota per fallire,
che sei come una canzone
che ti prende e ti fa ballare,
e ti rendi ridicolo,
e canti e non sai cantare.
lunedì 27 giugno 2011
Come è bello sognare, è molto meglio che stare qua.
“Crestfallen emotion
Wallowing in guilt
and drowning for evermore
Falling deeper into fear
My inner self is now
a sleeper of stone.
Help me.”
Ti apro la porta e ti faccio segno col dito sulle labbra di fare piano, poi ti volto le spalle e, mentre tu chiudi la porta, vado verso la mia camera. Entro e mi siedo sul letto aspettandoti. Tu arrivi, chiudi un’altra porta e vieni verso di me, mi spingi facendomi capire che ti vuoi sdraiare. Mi sposto e tu ti sdrai affianco a me. Mi abbracci. Così eravamo rimasti d’accordo. Mi hai scritto “Dobbiamo vederci”, e io pensando di conoscerti ti ho risposto che non avevo la minima intenzione e neanche la voglia di parlare dei tuoi problemi con quell’altro, o di sentire i tuoi lamenti su di me che prima ero… e ora sono… E tu: “Non sono queste le mie intenzioni”. “E allora quali sono le tue intenzioni?”. “Venire da te e abbracciarti per ore”. E così è andata. Sei stata di parola. Almeno una volta.
Abbracciati sul letto, ti stringo piano. Ogni tanto piangi e non so perché, e non te lo chiedo, ti stringo solo un po’ più forte, contando le lacrime che mi cadono sulla spalla.
Wallowing in guilt
and drowning for evermore
Falling deeper into fear
My inner self is now
a sleeper of stone.
Help me.”
Ti apro la porta e ti faccio segno col dito sulle labbra di fare piano, poi ti volto le spalle e, mentre tu chiudi la porta, vado verso la mia camera. Entro e mi siedo sul letto aspettandoti. Tu arrivi, chiudi un’altra porta e vieni verso di me, mi spingi facendomi capire che ti vuoi sdraiare. Mi sposto e tu ti sdrai affianco a me. Mi abbracci. Così eravamo rimasti d’accordo. Mi hai scritto “Dobbiamo vederci”, e io pensando di conoscerti ti ho risposto che non avevo la minima intenzione e neanche la voglia di parlare dei tuoi problemi con quell’altro, o di sentire i tuoi lamenti su di me che prima ero… e ora sono… E tu: “Non sono queste le mie intenzioni”. “E allora quali sono le tue intenzioni?”. “Venire da te e abbracciarti per ore”. E così è andata. Sei stata di parola. Almeno una volta.
Abbracciati sul letto, ti stringo piano. Ogni tanto piangi e non so perché, e non te lo chiedo, ti stringo solo un po’ più forte, contando le lacrime che mi cadono sulla spalla.
venerdì 17 giugno 2011
Terra rossa e erba.
Sei comparsa d'improvviso sul finire di una partita su un piccolo campo, con piccoli giocatori, piccola come poche, che non potevo non vederti. Così piccola che ti sei infilata dappertutto.
E alla finestra di casa tua mi hai detto che ti piace il contrasto dell'erba con la terra rossa. Che il campo da baseball è estremamente bello. E io sostenevo che gli stadi americani sono dei monumenti.
E io che passo le giornate fra terra rossa e erba, fra basi e piatto ti ho sempre di fianco, piccola come poche, che solo io posso vederti.
E alla finestra di casa tua mi hai detto che ti piace il contrasto dell'erba con la terra rossa. Che il campo da baseball è estremamente bello. E io sostenevo che gli stadi americani sono dei monumenti.
E io che passo le giornate fra terra rossa e erba, fra basi e piatto ti ho sempre di fianco, piccola come poche, che solo io posso vederti.
martedì 14 giugno 2011
venerdì 3 giugno 2011
Gli occhi come una palla per pesci rossi.
Ho viaggiato per giorni senza portare nulla con me se non una corazza, una maschera e una divisa. E poi, tornando, sono sempre tornato da te. Che finito tutto avevo sempre voglia di vederti. Sai, tipo quel gioco in cui devi dire la prima cosa che ti viene in mente correlata ad un'altra. Tu mi venivi in mente quando era l'ora di tornare.
Tu sei quella che mentre tutte corrono da una parte rimani ferma dove sei. E poi con le lacrime agli occhi: "Se fossi capitato qui per caso e non ti conoscessi, vedendoti lì ferma avrei detto: quella lì è la mia ragazza".
E ora che devo andare via per non tornare, non so cosa mettere nella valigia.
Tu sei quella che mentre tutte corrono da una parte rimani ferma dove sei. E poi con le lacrime agli occhi: "Se fossi capitato qui per caso e non ti conoscessi, vedendoti lì ferma avrei detto: quella lì è la mia ragazza".
E ora che devo andare via per non tornare, non so cosa mettere nella valigia.
L'amore.
Dici che l'amore è così magnifico perché ti fa perdonare l'imperdonabile, ti permette di passare sopra a cose insormontabili, di accettare cose che non possono essere accettate.
Io dico che per questo l'amore è il sentimento più iniquo e terribile.
Io dico che per questo l'amore è il sentimento più iniquo e terribile.
James.
Sei un agente segreto finito in disgrazia.
Nonostante la dotazione fantascientifica che ti è stata fornita dal governo, nonostante la tua brillante intelligenza e il tuo fascino ammaliante sei finito in disgrazia.
Ora non sono io che ho bisogno del tuo aiuto.
E io ora posso solo pregare per te.
Sei finito fra le maglie del tuo Goldfinger, ti sei fidato del tuo agente infiltrato, un tuo grande amico, così tanto amico che fa il triplo gioco e ti ha portato su un piatto d'argento al tavolo del tuo nemico. Credi di ricevere informazioni vitali e invece ottieni solo ciò che Goldfinger vuole che tu sappia: menzogne e mezze verità a coprire i suoi piani.
Chissà quanto ti ci vorrà per vedere quello che è chiaro a tutti.
Nonostante la dotazione fantascientifica che ti è stata fornita dal governo, nonostante la tua brillante intelligenza e il tuo fascino ammaliante sei finito in disgrazia.
Ora non sono io che ho bisogno del tuo aiuto.
E io ora posso solo pregare per te.
Sei finito fra le maglie del tuo Goldfinger, ti sei fidato del tuo agente infiltrato, un tuo grande amico, così tanto amico che fa il triplo gioco e ti ha portato su un piatto d'argento al tavolo del tuo nemico. Credi di ricevere informazioni vitali e invece ottieni solo ciò che Goldfinger vuole che tu sappia: menzogne e mezze verità a coprire i suoi piani.
Chissà quanto ti ci vorrà per vedere quello che è chiaro a tutti.
lunedì 30 maggio 2011
Sparire la notte.
Ripetendo tante volte le stesse azioni
abbiamo dato vita ad un rito profano
celebrato sull'altare dei nostri corpi
equidistanti dal bene e dal male.
Quante volte abbiamo ripetuto quei gesti?
Quante volte quelle carezze e quei baci?
Quante volte l'aria si è trasformata nei tuoi capelli
con i quali avrei dovuto impiccarti?
Quanto volte ho avuto l'occasione di farlo
e invece ti ho preso a morsi
per la rabbia e la passione?
Siamo stati incapaci di adorare quel Dio
a cui tutti rivolgono i loro sospiri,
quel Dio per cui si mente
per stare fuori tutta la notte
senza che si sappia.
Abbiamo tradito quel Dio
che c'aveva eletto, fra tutti,
suoi apostoli.
Avrei dovuto strozzarti con i tuoi capelli
quando ne ho avuto l'occasione.
Avrei dovuto...
quante cose.
abbiamo dato vita ad un rito profano
celebrato sull'altare dei nostri corpi
equidistanti dal bene e dal male.
Quante volte abbiamo ripetuto quei gesti?
Quante volte quelle carezze e quei baci?
Quante volte l'aria si è trasformata nei tuoi capelli
con i quali avrei dovuto impiccarti?
Quanto volte ho avuto l'occasione di farlo
e invece ti ho preso a morsi
per la rabbia e la passione?
Siamo stati incapaci di adorare quel Dio
a cui tutti rivolgono i loro sospiri,
quel Dio per cui si mente
per stare fuori tutta la notte
senza che si sappia.
Abbiamo tradito quel Dio
che c'aveva eletto, fra tutti,
suoi apostoli.
Avrei dovuto strozzarti con i tuoi capelli
quando ne ho avuto l'occasione.
Avrei dovuto...
quante cose.
venerdì 27 maggio 2011
È il tempo scandito dalle scene di un film.
Ci siamo annusati,
morsi, toccati,
stretti, leccati,
guardati e ascoltati.
I nostri sensi affannati.
Le nostre ferite infette,
le nostre mani sporche,
e le nostre parole stanche.
Le nostre ferite nere,
le nostre mani corrotte,
le nostre parole silenziose:
nuvole senza speranza di pioggia
a negare sollievo alla nostra sete
di sole e di acqua.
A coprire il nostro futuro.
Abbiamo spiato la vita degli altri
e ne siamo rimasti corrotti.
(È il tempo scandito dalle scene di un film).
Bisognerà scovare quel pensiero che
mi tiene sveglio la notte e che
al mattino mi tira via dal letto
gridando che lui è giù in piedi da un pezzo.
morsi, toccati,
stretti, leccati,
guardati e ascoltati.
I nostri sensi affannati.
Le nostre ferite infette,
le nostre mani sporche,
e le nostre parole stanche.
Le nostre ferite nere,
le nostre mani corrotte,
le nostre parole silenziose:
nuvole senza speranza di pioggia
a negare sollievo alla nostra sete
di sole e di acqua.
A coprire il nostro futuro.
Abbiamo spiato la vita degli altri
e ne siamo rimasti corrotti.
(È il tempo scandito dalle scene di un film).
Bisognerà scovare quel pensiero che
mi tiene sveglio la notte e che
al mattino mi tira via dal letto
gridando che lui è giù in piedi da un pezzo.
Ritorno al futuro.
Sei un esercito pacifista.
Vorrei fuggirti e abbracciarti.
Prigione con sbarre di denti
e cancello di labbra,
sorridi e le tue palpebre si stringono
a mantenere in equilibrio la tua bellezza.
Evadono le tue parole e hanno un profumo
che ha limiti netti nelle pause,
tra le virgole e i punti.
le tue "S" morbide sono da mordere.
Ho scritto mari di parole
e ora ho scoperto che scrivevo di te.
Ti ritrovo in tutto quello che ho scritto
è come guardare la foto di un ostaggio
con un giornale tra le mani;
un orologio fermo la cui lancetta
tenta di avanzare ma non riesce;
un adesivo sbiadito
su un cartellone pubblicitario.
Sei lì in quelle frasi che
parlavano al futuro.
Vorrei fuggirti e abbracciarti.
Prigione con sbarre di denti
e cancello di labbra,
sorridi e le tue palpebre si stringono
a mantenere in equilibrio la tua bellezza.
Evadono le tue parole e hanno un profumo
che ha limiti netti nelle pause,
tra le virgole e i punti.
le tue "S" morbide sono da mordere.
Ho scritto mari di parole
e ora ho scoperto che scrivevo di te.
Ti ritrovo in tutto quello che ho scritto
è come guardare la foto di un ostaggio
con un giornale tra le mani;
un orologio fermo la cui lancetta
tenta di avanzare ma non riesce;
un adesivo sbiadito
su un cartellone pubblicitario.
Sei lì in quelle frasi che
parlavano al futuro.
domenica 22 maggio 2011
Commento sonoro.
Ho bisogno di una colonna sonora. Nei film riesci a capire il significato di un momento dalla musica: due persone stanno soltanto parlando e dalla colonna sonora puoi sapere se si stanno per baciare, dirsi addio, fare qualcosa di buffo. Io non riesco a cogliere l'umore del momento. Avrei bisogno di una colonna sonora che me lo spieghi.
Non lo so.
Il fatto è che il passato non può essere cambiato.
E se ti ho fatto piangere è stato solo per tenerti in vita, che la vita è una valle di lacrime.
...dici? dici il resto della vita insieme?! non dobbiamo pensarlo, deve succedere. E alla fine, un giorno, mi dirai "Ehi hai fatto caso che siamo stati tutta la vita insieme" e io ti risponderò che ci stavo giusto pensando.
E se ti faccio piangere è solo per tenerti in vita, che la vita è una valle di lacrime.
E se ti ho fatto piangere è stato solo per tenerti in vita, che la vita è una valle di lacrime.
...dici? dici il resto della vita insieme?! non dobbiamo pensarlo, deve succedere. E alla fine, un giorno, mi dirai "Ehi hai fatto caso che siamo stati tutta la vita insieme" e io ti risponderò che ci stavo giusto pensando.
E se ti faccio piangere è solo per tenerti in vita, che la vita è una valle di lacrime.
sabato 21 maggio 2011
Panni stesi.
Sei come il segno della molletta che resta sulla maglia dopo averla stesa. La molletta è necessaria così che il vento non porti via la maglia. La molletta è necessaria così che la maglia non cada a terra e si sporchi di nuovo. La molletta la puoi appuntare in un punto della maglia poco visibile, ma lascia comunque il segno. E questo segno rovina la forma della maglia, che quando l'indossi si vede. Sei come il segno della molletta che resta sulla maglia dopo averla stesa. Sei necessaria. E corrompi la forma della maglia.
venerdì 20 maggio 2011
La fine del mondo.
I Maya hanno sbagliato: la fine del mondo sei tu.
La fine del mondo è iniziata quando sei nata. In pochi l'hanno notato. I tuoi parenti, qualche amico dei tuoi genitori, forse anche qualche vicino e qualche passante che in quanto passante è passato davanti alla porta di casa tua e ha notato quel fiocco colorato che s'usa attaccare alla porta quando nasce un bambino. Sia chiaro: in pochi hanno fatto caso alla tua nascita. Nessuno sapeva che quel giorno è iniziata la fine del mondo. Lo so solo io e ora lo dico a tutti. Infatti dico che quel giorno è iniziata la fine del mondo. E la fine del mondo da quel giorno è cresciuta. Da quando succhiavi le tette a tua madre ad ora che le tette le succhiano a te, non tuo figlio, ma i tuoi amanti.
Sei la fine del mondo, che poi non sei poi la fine del mondo. Sei la fine del mondo che avanza, cresce, impara quello che le serve per far finire il mondo.
La fine del mondo è iniziata quando sei nata. In pochi l'hanno notato. I tuoi parenti, qualche amico dei tuoi genitori, forse anche qualche vicino e qualche passante che in quanto passante è passato davanti alla porta di casa tua e ha notato quel fiocco colorato che s'usa attaccare alla porta quando nasce un bambino. Sia chiaro: in pochi hanno fatto caso alla tua nascita. Nessuno sapeva che quel giorno è iniziata la fine del mondo. Lo so solo io e ora lo dico a tutti. Infatti dico che quel giorno è iniziata la fine del mondo. E la fine del mondo da quel giorno è cresciuta. Da quando succhiavi le tette a tua madre ad ora che le tette le succhiano a te, non tuo figlio, ma i tuoi amanti.
Sei la fine del mondo, che poi non sei poi la fine del mondo. Sei la fine del mondo che avanza, cresce, impara quello che le serve per far finire il mondo.
Fabbrica
Meglio morire che dover non dire. Dite bene voi cara madre quando dite di certi santi che vengono a scoprire le grandi verità su Dio, la Madonna, il cielo, il paradiso e l'inferno, che questi santi per paura che gli scappi detta 'sta verità che è troppo grande e troppo importante per le persone, per i cristiani normali e soliti, quei santi lì che vengono a scoprire le grandi verità, scappano in cima alle montagne, nel ventre dei boschi per parlare coi sassi, con le pietre morte, coi rami secchi ma non più coi cristiani che non gli scappi detto. Che è meglio che la gente normale non la viene a sapere.
Il baobab
Ci credi se ti dico che esiste un albero che cresce di dieci centimetri ogni dieci minuti? che poi sono un centimetro al minuto, che sarebbero non so quanti millimetri al secondo? Tu lo guardi e lo vedi crescere.
E no... tu non ci credi. Io lo so perché tu non ci credi. Perché noi crediamo solo alle cose che vediamo o che abbiamo già sentito dire da un sacco di persone o dalla televisione. Neanche io ci crederei fossi in te.
E quindi tu non ci credi a quest'albero che cresce di dieci centimetri ogni dieci minuti. Che poi sono un centimetro al minuto e non so quanti millimetri al secondo.
E io non avevo mai sentito di un amore così grande che non c'ho creduto, pensavo fosse uno scherzo, una burla, come quando ti dicono "Guarda un asino che vola" e tu ti guardi bene dal guardare per non farti prendere in giro. Pensavo che fosse una palla e lo vedevo crescere di dieci centimetri ogni dieci minuti, che poi sono un centimetro al minuto e non so quanti millimetri al secondo. E mi dicevo: ma come è possibile? non esiste niente che cresce così veloce, è tutto finto. E 'sto coso, 'sto albero, 'st'amore è cresciuto come un baobab sul pianeta del Piccolo Principe e ha distrutto tutto. E allora quando ha distrutto tutto mi sono detto "Oh quest'albero ha distrutto tutto, quindi esiste, qualcosa che non esiste non può distruggere qualcosa che esiste, è logica!". E mi sono detto ancora "Guarda com'è grande quest'amore e io che l'ho visto crescere e non c'ho creduto, ma ora ho un'amore speciale! che cresce dieci centimetri ogni dieci minuti, uno al minuto e chissà quanto al secondo. Quanto sono fortunato".
E invece no. Sono sfortunato. Che 'st'albero senza pianeta dove cresce? E infatti quest'albero non c'è più. Io non avevo mai sentito di un amore così grande e quindi non c'ho creduto, non ho curato questo baobab, che pensavo fosse uno scherzo, come quando ti dicono "Guarda un asino che vola" e tu ti guardi bene dal guardare per non farti prendere in giro.
Quanto sono sfortunato.
giovedì 19 maggio 2011
Il tuo regalo d'addio.
È un campo di grano nel quale sei tornato a nasconderti che è stato arato.
È una crepa che silenziosa avanza.
È una pietra legata al collo.
È il gelato caduto dalle mani di un bambino.
È la prima partita rimandata per pioggia.
È un aquilone stroncato dal vento.
È scoprire, crescendo, che tuo padre non è infallibile.
È l'onda che distrugge il castello di sabbia.
È la speranza che annega in un futuro incerto.
Sono gli amici andati senza dire niente.
È sentirsi traditi.
È un respiro strozzato, un sospiro soffocato.
Sono i ricordi sepolti sotto le macerie.
È la delusione che mi hai donato.
È una crepa che silenziosa avanza.
È una pietra legata al collo.
È il gelato caduto dalle mani di un bambino.
È la prima partita rimandata per pioggia.
È un aquilone stroncato dal vento.
È scoprire, crescendo, che tuo padre non è infallibile.
È l'onda che distrugge il castello di sabbia.
È la speranza che annega in un futuro incerto.
Sono gli amici andati senza dire niente.
È sentirsi traditi.
È un respiro strozzato, un sospiro soffocato.
Sono i ricordi sepolti sotto le macerie.
È la delusione che mi hai donato.
sabato 14 maggio 2011
Bill...
The world is like a ride in an amusement park, and when you choose to go on it you think it's real because that's how powerful our minds are. The ride goes up and down, around and around, it has thrills and chills, and it's very brightly colored, and it's very loud, and it's fun for a while. Many people have been on the ride a long time, and they begin to wonder, "Hey, is this real, or is this just a ride?" And other people have remembered, and they come back to us and say, "Hey, don't worry; don't be afraid, ever, because this is just a ride." And we … kill those people. "Shut him up! I've got a lot invested in this ride, shut him up! Look at my furrows of worry, look at my big bank account, and my family. This has to be real." It's just a ride. But we always kill the good guys who try and tell us that, you ever notice that? And let the demons run amok … But it doesn't matter, because it's just a ride. And we can change it any time we want. It's only a choice. No effort, no work, no job, no savings of money. Just a simple choice, right now, between fear and love. The eyes of fear want you to put bigger locks on your doors, buy guns, close yourself off. The eyes of love instead see all of us as one. Here's what we can do to change the world, right now, to a better ride. Take all that money we spend on weapons and defenses each year and instead spend it feeding and clothing and educating the poor of the world, which it would pay for many times over, not one human being excluded, and we could explore space, together, both inner and outer, forever, in peace.
Flusso.
Guido su strisce d'asfalto, fra auto e autovelox, superando una ad una le ore piccole. Tu come tutte le notti mi tieni sveglio, almeno una volta a settimana te ne sono grato. Tu mi prepari un pasto completo con tutti i sapori che i pensieri possono avere. Così un chilometro sono felice e quello dopo estasiato, un chilometro sono triste e due dopo quasi morto. Io guido e la mia testa gira come le ruote su cui corro: una centrifuga di pensieri che all'apparenza è bianca. Di notte non vedo uccelli da schivare (come se potessi). Di notte non dormo più negli autogrill in cui tu russavi mentre io parlavo della dittatura in questo paese. Non ti poggi più sulla mia spalla. Non ho più le tue gambe da accarezzare, che sull'autostrada il cambio serve a poco (nella mia macchina ancora meno). E io guido ancora, investendo a 130 all'ora i pensieri per aprirli e vedere cosa ci sia dentro. Io guido e tu vai via. Chissà se mi hai seppellito vicino ad un campo di baseball, di sicuro sono lontano più di quanto lo saremo quando sarai col piccolo naso verso l'alto, sotto un'architettura sovietica: il nostro amore come il comunismo.
Il piano.
È facile, forse anche romantico, pensare che dietro tutto questo ci sia un piano, un disegno del destino. Mi spiace, accusami di nuovo di essere sterile e freddo, di essere cieco ai sogni e insensibile ai bisogni dell'anima di sognare: non esiste nessun progetto. Siamo noi a collegare i fatti con una causalità dettata dalla nostra esperienza. È solo un'illusione. Tutto accade per caso. Ogni cosa che succede è come un pezzo di puzzle che può adattarsi a qualsiasi altro, sei tu che mettendolo dove più ti piace costruisci l'immagine finale. Siamo noi a pensare questo piano, solo dopo che i fatti sono avvenuti. Siamo dio a posteriori. Siamo onnipotenti impotenti. Anche se a volte ne abbiamo la sensazione, non c'è nessun disegno superiore: pensaci bene.
Stelle cadenti.
Nessuno ha mai pensato che io ti amassi, ti stimassi e che tu fossi tutto ciò che desideravo. Questo mi preoccupa. Anche tu non l'hai né pensato, né sentito: che enorme fallimento. Pensavi di non poter competere con l'altra e io ti ho messo una medaglia d'oro al collo, ti ho sollevato (sei leggera) fino al gradino più alto, ma non te ne sei mai accorta. Del resto "il resto della vita" è un tempo troppo lungo per me che arrivo alle cose o troppo presto o troppo tardi.
Ti avevo promesso calma e pace, amore e tenerezza, attenzione e rispetto e ti ho dato una guerra civile: il nostro amore come il comunismo.
Un giorno mi desidererai in una stella cadente. Questo è il mio desiderio per la prossima stella cadente.
Ti avevo promesso calma e pace, amore e tenerezza, attenzione e rispetto e ti ho dato una guerra civile: il nostro amore come il comunismo.
Un giorno mi desidererai in una stella cadente. Questo è il mio desiderio per la prossima stella cadente.
giovedì 12 maggio 2011
Lontano da te.
Siamo io e te abbracciati e le tue lacrime pesanti come la Luna mi cadono sul collo e mi scorrono giù lungo la spalla, bruciano sulla pelle straziata dai graffi e dai morsi delle tue parole.
E Battiato dovrebbe ritirarsi e non fare più concerti a cui potrai andare con qualcun altro.
Poi penso che non posso temere nulla, non perché lo impone la normale logica razionale, o la retorica romantica, ma perché la realtà che abbiamo sperimentato è stata il punto di giunzione di una circonferenza sulla quale è registrata la scala del piacere, dallo zero, lo strazio, all'infinito, l'estasi; così abbiamo barcollato su quel confine tenendoci per mano, come quando camminavamo al mare sugli scogli, per non cadere.
E abbiamo fatto cose alquanto strane: su quel cadavere abbiamo posto con cura, sugli occhi chiusi, due monete d'oro. Allora un pensiero nostalgico mi ha suggerito di rubarne una da tenere come feticcio romantico di quello che è stato. Quando mi sono girato per prendere la più vicina delle due, l'altra era sparita, la più vicina a te, che avevi rubato senza fartene accorgere. Con un sorriso ho attirato la tua attenzione, ho preso tra il pollice e l'indice l'ultima moneta, l'ho stretta fra i denti per saggiarne l'autenticità, come si vede fare in quei film che non abbiamo mai visto, e l'ho messa sul mio occhio: sono morto per metà.
E ora mi sento come Maradona: il più grande di tutti, il genio decaduto in rovina. Lontano dalle tue grazie.
Lontano da te, lontano dal cuore. Magari non era proprio così ma è così.
E Battiato dovrebbe ritirarsi e non fare più concerti a cui potrai andare con qualcun altro.
Poi penso che non posso temere nulla, non perché lo impone la normale logica razionale, o la retorica romantica, ma perché la realtà che abbiamo sperimentato è stata il punto di giunzione di una circonferenza sulla quale è registrata la scala del piacere, dallo zero, lo strazio, all'infinito, l'estasi; così abbiamo barcollato su quel confine tenendoci per mano, come quando camminavamo al mare sugli scogli, per non cadere.
E abbiamo fatto cose alquanto strane: su quel cadavere abbiamo posto con cura, sugli occhi chiusi, due monete d'oro. Allora un pensiero nostalgico mi ha suggerito di rubarne una da tenere come feticcio romantico di quello che è stato. Quando mi sono girato per prendere la più vicina delle due, l'altra era sparita, la più vicina a te, che avevi rubato senza fartene accorgere. Con un sorriso ho attirato la tua attenzione, ho preso tra il pollice e l'indice l'ultima moneta, l'ho stretta fra i denti per saggiarne l'autenticità, come si vede fare in quei film che non abbiamo mai visto, e l'ho messa sul mio occhio: sono morto per metà.
E ora mi sento come Maradona: il più grande di tutti, il genio decaduto in rovina. Lontano dalle tue grazie.
Lontano da te, lontano dal cuore. Magari non era proprio così ma è così.
martedì 10 maggio 2011
Presunzione
Ho un fortissimo attacco di presunzione:
la fame, le guerre umanitarie, le guerre di pace, le guerre civili, i morti sul lavoro, l'AIDS nel mondo e soprattutto nel terzo mondo, la miseria, le catastrofi naturali, le catastrofi artificiali, la corruzione, la malattia del corpo ma soprattutto la malattia della mente, le disgrazie e le sciagure, oggi non sono niente, neanche messe tutte insieme, sono triste, infinitamente triste. Oggi detengo questo record: sono l'uomo più triste del mondo.
la fame, le guerre umanitarie, le guerre di pace, le guerre civili, i morti sul lavoro, l'AIDS nel mondo e soprattutto nel terzo mondo, la miseria, le catastrofi naturali, le catastrofi artificiali, la corruzione, la malattia del corpo ma soprattutto la malattia della mente, le disgrazie e le sciagure, oggi non sono niente, neanche messe tutte insieme, sono triste, infinitamente triste. Oggi detengo questo record: sono l'uomo più triste del mondo.
sabato 30 aprile 2011
La causa
Parlami di te.
Parlami come parli a te stessa prima di dormire, raccontami di quel signore che vorrebbe avere vent'anni di meno per farti la corte o di una di quelle notti passate senza di me.
Mostrami la tua rabbia vera e uccidiamola con una risata.
Raccontami tutto quello che poteva essere ma non è stato.
I tuoi silenzi mi hanno sigillato dentro una busta trasparente: puoi vedermi ma non puoi sentire il mio odore.
I tuoi silenzi hanno sigillato la verità dentro le mie bugie.
Parlami come parli a te stessa prima di dormire, raccontami di quel signore che vorrebbe avere vent'anni di meno per farti la corte o di una di quelle notti passate senza di me.
Mostrami la tua rabbia vera e uccidiamola con una risata.
Raccontami tutto quello che poteva essere ma non è stato.
I tuoi silenzi mi hanno sigillato dentro una busta trasparente: puoi vedermi ma non puoi sentire il mio odore.
I tuoi silenzi hanno sigillato la verità dentro le mie bugie.
lunedì 18 aprile 2011
Cronache di anni luce
"When we are naked, when we're on fire
When we render secret tribute to
This pain we fake, this blue desire
Love is still our craving and our shame"
Sembra tutto preparato ad arte per portare due persone a dire "Non ci lasceremo distruggere" e unirle e serrarle nelle fila della battaglia.
Disse il Paranoico.
Non posso offrirti più nulla, non perché io sia finito, ma perché non hai più nulla da desiderare.
Disse lo Sconfitto.
Lo Sconfitto e il Paranoico hanno ragione e dicono il vero, ma sopra di loro, la ragione sta dalla parte di quell'uomo lì, che nel silenzio e lontano dai clamori della lotta s'allontana mestamente.
Disse un Osservatore.
"Swords to rust. Hearts to dust.
Swords to rust. Hearts to dust.
Swords to rust. Hearts to dust.
...
...
..."
Come un mantra, sottovoce
disse l'Uomo di spalle
When we render secret tribute to
This pain we fake, this blue desire
Love is still our craving and our shame"
Sembra tutto preparato ad arte per portare due persone a dire "Non ci lasceremo distruggere" e unirle e serrarle nelle fila della battaglia.
Disse il Paranoico.
Non posso offrirti più nulla, non perché io sia finito, ma perché non hai più nulla da desiderare.
Disse lo Sconfitto.
Lo Sconfitto e il Paranoico hanno ragione e dicono il vero, ma sopra di loro, la ragione sta dalla parte di quell'uomo lì, che nel silenzio e lontano dai clamori della lotta s'allontana mestamente.
Disse un Osservatore.
"Swords to rust. Hearts to dust.
Swords to rust. Hearts to dust.
Swords to rust. Hearts to dust.
...
...
..."
Come un mantra, sottovoce
disse l'Uomo di spalle
domenica 3 aprile 2011
I primi segni
Ci sono due cose che mi fanno capire che sto invecchiando:
la prima è che quando mi sdraio dopo aver mangiato e bevuto sento un lieve bruciore alla bocca dello stomaco;
la seconda è che inizio ad immaginare una vita intera insieme a te.
(Mi fai invecchiare)
la prima è che quando mi sdraio dopo aver mangiato e bevuto sento un lieve bruciore alla bocca dello stomaco;
la seconda è che inizio ad immaginare una vita intera insieme a te.
(Mi fai invecchiare)
martedì 29 marzo 2011
Ironia
Noi due su quel letto
in quella casa deserta,
in quella stanza con le pareti bianche e strette,
avevamo deciso che sarebbe finita lì,
stanchi dello strazio della nostra storia;
e la prima canzone di quel nuovo cd
che stavamo ascoltando per la prima volta,
insieme nel silenzio:
"Ma se mi stacco da te mi strappo tutto
Ma il mio meglio, o il mio peggio
ti rimane attaccato, appiccicoso come un olio denso"
e siamo scoppiati in una risata che sapeva di pianto.
Nel buio di quella stanza, non ci toccavamo,
non sapevo dov'eri,
e ti ho ritrovata
seguendo quella tua risata.
in quella casa deserta,
in quella stanza con le pareti bianche e strette,
avevamo deciso che sarebbe finita lì,
stanchi dello strazio della nostra storia;
e la prima canzone di quel nuovo cd
che stavamo ascoltando per la prima volta,
insieme nel silenzio:
"Ma se mi stacco da te mi strappo tutto
Ma il mio meglio, o il mio peggio
ti rimane attaccato, appiccicoso come un olio denso"
e siamo scoppiati in una risata che sapeva di pianto.
Nel buio di quella stanza, non ci toccavamo,
non sapevo dov'eri,
e ti ho ritrovata
seguendo quella tua risata.
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