Sei un esercito pacifista.
Vorrei fuggirti e abbracciarti.
Prigione con sbarre di denti
e cancello di labbra,
sorridi e le tue palpebre si stringono
a mantenere in equilibrio la tua bellezza.
Evadono le tue parole e hanno un profumo
che ha limiti netti nelle pause,
tra le virgole e i punti.
le tue "S" morbide sono da mordere.
Ho scritto mari di parole
e ora ho scoperto che scrivevo di te.
Ti ritrovo in tutto quello che ho scritto
è come guardare la foto di un ostaggio
con un giornale tra le mani;
un orologio fermo la cui lancetta
tenta di avanzare ma non riesce;
un adesivo sbiadito
su un cartellone pubblicitario.
Sei lì in quelle frasi che
parlavano al futuro.
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