“Crestfallen emotion
Wallowing in guilt
and drowning for evermore
Falling deeper into fear
My inner self is now
a sleeper of stone.
Help me.”
Ti apro la porta e ti faccio segno col dito sulle labbra di fare piano, poi ti volto le spalle e, mentre tu chiudi la porta, vado verso la mia camera. Entro e mi siedo sul letto aspettandoti. Tu arrivi, chiudi un’altra porta e vieni verso di me, mi spingi facendomi capire che ti vuoi sdraiare. Mi sposto e tu ti sdrai affianco a me. Mi abbracci. Così eravamo rimasti d’accordo. Mi hai scritto “Dobbiamo vederci”, e io pensando di conoscerti ti ho risposto che non avevo la minima intenzione e neanche la voglia di parlare dei tuoi problemi con quell’altro, o di sentire i tuoi lamenti su di me che prima ero… e ora sono… E tu: “Non sono queste le mie intenzioni”. “E allora quali sono le tue intenzioni?”. “Venire da te e abbracciarti per ore”. E così è andata. Sei stata di parola. Almeno una volta.
Abbracciati sul letto, ti stringo piano. Ogni tanto piangi e non so perché, e non te lo chiedo, ti stringo solo un po’ più forte, contando le lacrime che mi cadono sulla spalla.
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