Se bastasse un tiepido congedo a risarcire i giorni che ti ho sequestrato.
Era così normale distruggere la sera.
E' per noi che non siamo andati avanti
che non ci siamo aperti per niente
ovunque crepitino le rarità.
Ti sentirò
parlare di giornate senza sole.
Se ci fosse un giorno da santificare sul tuo viso, sulla delusione che ti ho consegnato.
Era così banale amarsi e poi dormire.
E' per noi che non abbiamo avuto senso
dentro questo grande mare di attese e gesti
ovunque cessino i meriti.
Esaudirò
richieste marginali e strane.
Se ci fosse un pianto da sacrificare sul mio viso, sulla delusione che mi hai riservato.
E' per noi che non abbiamo avuto tempo
da cui poi ricominciare per sempre.
Ovunque cada la scelta di fermarti qui
qualunque sia la novità
ti comprerò
inutili regali per sognare.
Se bastasse un cuore per ricominciare te lo donerei nei pochi giorni liberi.
E' per noi che ce ne siamo andati piano
verso una destinazione lontana
ovunque crepitino le verità
ovunque cessino i debiti
ovunque cada la scelta di fermarti qui
qualunque sia la novità
ripeterò
paragrafi sulle tue fughe
e forse proveremo a cominciare dalle cose che non so dove portare
e forse ci diranno di imparare a non sentire, non lo so se si riesce.
La convinzione che renda più nobili cadere molte volte
ti rende consapevole che farsi male richiede tempo
ti rende consapevole che non pensare
ti faccia bene.
Ma passerà, sì passerà questo pallore che ci rende così simili da perderci.
ma passerà, sì passerà questo pallore che ci rende così simili da non distinguerci.. sì, passerà..
Si sentì quasi uomo
quando scrisse "Un po' tutto qui
mi offende."
Ora è molto facile
andare via
chiamarsi fuori
senza quasi pensare.
Diede fuoco alle cose
più preziose
e se anche non pianse
l'inversione di rotta
fu completa.
L'altro giorno
mi è successo di pensare
a quel folle pomeriggio
in cui mi dicesti: "Fine".
Quella piazza.
Quella lurida fontana.
Quello scoppio.
Come un chiodo nella voce.
Come un fuoco.
Mi bruciavo.
Poi le notti
le patetiche rivalse
disperato come un orco
ti cercavo in ogni fosso
e di giorno ti parlavo
a distanze siderali
mi bruciavo.
C'è una regola che si complica
se anche a questo viaggio partecipi
sola.
Essere padroni di se stessi
calma questo tempo dei gesti
essere padroni di se stessi
celebra i ritorni ma non sazia.
La volontà di restare
ha i colori del raso
e una madre vile
di te, che non ti bruci di pochi minuti di sole,
di questi momenti di luce che muore.
La volontà di cambiare
ha una serpe nel seno
che non può dormire
di te, che non ti bruci, di pochi minuti di sole, di questi momenti di luce che muore
e come se ci dessero un'ora sola
per dire che un titolo non parla di noi
per poi capire
che quello della fuga
è il giorno più feroce
e la sera
è amara e senza stile
se una ragazza si concede a un criminale
la società si scopre nuda
mentre lei gode
la realtà
la fa sentire sana
ma poi ferisce
non esiste altra realtà
più necessaria
del grande buio che
ci fa sognare senza dormire
per ore
e se la vita è solo calore e colpi di testa
e non ci fa sentire più di una tremenda distanza
fra testa e cuore
fra dire e fare
questo è l'ultimo atto e poi sognami
come se fosse la prima volta
questo è l'ultimo atto e poi fermati.
Chiedere un poco di più ci consola
forse vivere sempre di più
ci farebbe superare queste poche ore.
Sento la nostalgia
di quei riti privatissimi
che ora non celebri più
dentro me, contro te.
Temo la compagnia
di quei fuochi debolissimi
che ora non scaldano più
solo me, solo me
ma una scia di pura gioventù
che forse ho rovinato
dove và? dove cade?
io vorrei continuare a pretendere
il meglio di questo tuo giovane cuore
ma non so imparare ad evitare
il segnale di questo mio folle dolore
ma una scia di pura gioventù
che forse ho rovinato
ma una scia di pura gioventù
che non ho meritato
dove và? dove cade?
io vorrei continuare a pretendere
il meglio di questo tuo giovane cuore.
(da "La Stagione Del Cannibale" - Amor Fou)
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