venerdì 26 settembre 2008

Ronald, Tomas e io

Roffe ha un buco sulla testa
Una cicatrice dieci centimetri sopra l' occhio destro
Sembra che se cada e batta in quel punto muoia sul colpo
Così mi disse Tomas, e così é andata
Ma questo é successo tempo dopo
Io ormai non abitavo più lì, e nemmeno Tomas
Ma lo ricordo bene, Roffe
e quel suo sfintere sopra l' occhio destro
'Caccia fuori i pensieri come fossero scorregge'
diceva Tomas, e scoppiavamo a ridere ubriachi.
Ci chiedeva sempre qualche moneta
E quando ne avevamo gli allungavamo un paio di birre
Alcool
Questo era il suo problema

Questo é diventato il problema di Tomas
Io, c'ho sempre girato intorno
Vivevamo nel quartiere iraniano
Tomas si svegliava alle sei con un incubo di otto ore
che lo attendeva al di là della tangenziale
Io prendevo il primo autobus diretto in centro
per una birra analcolica nel ristorante dei grandi magazzini
Poi percorrevo il tratto di strada ghiacciata
fino alla biblioteca comunale
per i risultati di calcio
sul Corriere Della Sera della settimana precedente
Evitavo alcuni posti, ne fre
quentavo altri
per non dover giustificare un anno
passato sulle spalle di mia madre
a collezionare
Caballero
e a guardare programmi per ragazzi
tutto il santo pomeriggio
Di tanta gente non ne so più niente
La settimana scorsa mi ha telefonato mia madre
Mi ha detto
'Senti Mimì, non è ora che torni a casa e ti trovi un lavoro serio,
dico io'
Lei non lo sa che nel portafogli
porto ancora un vecchio calendario
Sopra c'é segnata una dat
a
26 dicembre 1986
Quel giorno ho fatto un patto
un giuramento con me stesso
Non sarei mai più tornato a casa
Tutto qui

(Ronald, Tomas e io - Massimo Volume - Stanze)

Sensibilità (Paul McCartney al telegiornale)

Oggi pranzavo da solo e seduto al tavolo mangiando direttamente dalla padella, come si vede fare nei film western, ascoltavo il falso telegiornale. Fra le tante notizie Paul McCartney che canta in Israele, dopo 43 anni: il governo locale finora aveva vietato ai Beatles di esibirsi.
McCartney ha salutato la folla in israeliano facendo i migliori auguri per il capodanno imminente e poi ha augurato un buon ramadan agli islamici.
D'improvviso un'esplosione, non una bomba a ricordare che impera un conflitto fra le due popolazioni ma il pianto. Un'esplosione di lacrime, le mie.
La mia sensibilità ad orologeria, la mia sensibilità schizofrenica, la mia sensibilità troppo sensibile e troppo insensibile.
Così sono rimasto lì seduto a piangere pensando che io dei Beatles conosco solo le pettinature.
Forse dovrei cambiarle nome.
Forse dovrei cambiare casa, città, nazione e sparire in modo da evitare queste sorprese.
La mia sensibilità è un libro che ogni tanto cade a terra e si apre su una pagina a caso.
La mia sensibilità mi crea dei problemi.

mercoledì 24 settembre 2008

Collage intimo di un cd sconosciuto

Se bastasse un tiepido congedo a risarcire i giorni che ti ho sequestrato.
Era così normale distruggere la sera.
E' per noi che non siamo andati avanti
che non ci siamo aperti per niente
ovunque crepitino le rarità.
Ti sentirò
parlare di giornate senza sole.
Se ci fosse un giorno da santificare sul tuo viso, sulla delusione che ti ho consegnato.
Era così banale amarsi e poi dormire.
E' per noi che non abbiamo avuto senso
dentro questo grande mare di attese e gesti
ovunque cessino i meriti.
Esaudirò
richieste marginali e strane.
Se ci fosse un pianto da sacrificare sul mio viso, sulla delusione che mi hai riservato.
E' per noi che non abbiamo avuto tempo
da cui poi ricominciare per sempre.
Ovunque cada la scelta di fermarti qui
qualunque sia la novità
ti comprerò
inutili regali per sognare.
Se bastasse un cuore per ricominciare te lo donerei nei pochi giorni liberi.
E' per noi che ce ne siamo andati piano
verso una destinazione lontana
ovunque crepitino le verità
ovunque cessino i debiti
ovunque cada la scelta di fermarti qui
qualunque sia la novità
ripeterò
paragrafi sulle tue fughe
e forse proveremo a cominciare dalle cose che non so dove portare
e forse ci diranno di imparare a non sentire, non lo so se si riesce.
La convinzione che renda più nobili cadere molte volte
ti rende consapevole che farsi male richiede tempo
ti rende consapevole che non pensare
ti faccia bene.
Ma passerà, sì passerà questo pallore che ci rende così simili da perderci.
ma passerà, sì passerà questo pallore che ci rende così simili da non distinguerci.. sì, passerà..

Si sentì quasi uomo
quando scrisse "Un po' tutto qui
mi offende."
Ora è molto facile
andare via
chiamarsi fuori
senza quasi pensare.

Diede fuoco alle cose
più preziose
e se anche non pianse
l'inversione di rotta
fu completa.

L'altro giorno
mi è successo di pensare
a quel folle pomeriggio
in cui mi dicesti: "Fine".
Quella piazza.
Quella lurida fontana.
Quello scoppio.
Come un chiodo nella voce.
Come un fuoco.
Mi bruciavo.
Poi le notti
le patetiche rivalse
disperato come un orco
ti cercavo in ogni fosso
e di giorno ti parlavo
a distanze siderali
mi bruciavo.

C'è una regola che si complica
se anche a questo viaggio partecipi
sola.
Essere padroni di se stessi
calma questo tempo dei gesti
essere padroni di se stessi
celebra i ritorni ma non sazia.
La volontà di restare
ha i colori del raso
e una madre vile
di te, che non ti bruci di pochi minuti di sole,
di questi momenti di luce che muore.
La volontà di cambiare
ha una serpe nel seno
che non può dormire
di te, che non ti bruci, di pochi minuti di sole, di questi momenti di luce che muore
e come se ci dessero un'ora sola
per dire che un titolo non parla di noi
per poi capire
che quello della fuga
è il giorno più feroce
e la sera
è amara e senza stile
se una ragazza si concede a un criminale
la società si scopre nuda
mentre lei gode
la realtà
la fa sentire sana
ma poi ferisce
non esiste altra realtà
più necessaria
del grande buio che
ci fa sognare senza dormire
per ore
e se la vita è solo calore e colpi di testa
e non ci fa sentire più di una tremenda distanza
fra testa e cuore
fra dire e fare
questo è l'ultimo atto e poi sognami
come se fosse la prima volta
questo è l'ultimo atto e poi fermati.
Chiedere un poco di più ci consola
forse vivere sempre di più
ci farebbe superare queste poche ore.
Sento la nostalgia
di quei riti privatissimi
che ora non celebri più
dentro me, contro te.
Temo la compagnia
di quei fuochi debolissimi
che ora non scaldano più
solo me, solo me
ma una scia di pura gioventù
che forse ho rovinato
dove và? dove cade?
io vorrei continuare a pretendere
il meglio di questo tuo giovane cuore
ma non so imparare ad evitare
il segnale di questo mio folle dolore
ma una scia di pura gioventù
che forse ho rovinato
ma una scia di pura gioventù
che non ho meritato
dove và? dove cade?
io vorrei continuare a pretendere
il meglio di questo tuo giovane cuore.

(da "La Stagione Del Cannibale" - Amor Fou)

domenica 21 settembre 2008

Non pensarci (vah...)


...mi ricorda qualcosa...o qualcuno...
(da "Non Pensarci", Gianni Zanasi)

venerdì 19 settembre 2008

Resistenza agli antibiotici sempre più frequente

L'allarme degli scienziati su Lancet: la medicina rischia di tornare indietro
Più si usano i farmaci, più diminuisce l'efficacia e si sviluppano ceppi resistenti

Arriva il batterio invincibile
è la sconfitta degli antibiotici

GLI antibiotici hanno cambiato il mondo. "Ma ora rischiamo di tornare a un mondo senza antibiotici" mette in guardia oggi un editoriale del British Medical Journal. Non che i farmaci stiano sparendo dagli scaffali, anzi. In Italia ogni persona ne consuma più di due confezioni ogni anno. Ma la rapidità con cui i batteri riescono a sopravvivere ai nostri medicinali è molto superiore al ritmo con cui le aziende farmaceutiche mettono a punto nuove armi. Proprio al 1998 risale il primo appello dell'Organizzazione mondiale della sanità per un uso responsabile di questi farmaci.

Dieci anni più tardi, la corsa fra camici bianchi e bacilli vede i secondi marciare a velocità superiori. "I maggiori successi della medicina moderna rischiano di venire meno. Senza l'efficacia degli antibiotici, interventi chirurgici, trapianti di organi e chemioterapia contro i tumori sarebbero impensabili" sottolinea Otto Cars, il professore dell'università di Uppsala che da una vita si occupa di antibiotico-resistenza.

L'erosione è lenta, e per questo passa inosservata. Ma ogni volta che si usa un antibiotico, alcuni batteri sopravvivono al trattamento. Il ceppo resistente si moltiplica e si rafforza in base al principio della selezione naturale. La prossima volta che l'antibiotico verrà usato per cancellare un'infezione, avrà lo stesso effetto dell'acqua fredda. Davanti al fallimento di un farmaco, l'unica strada è cercarne uno alternativo.

"Ma l'uso e l'abuso degli antibiotici - spiega Cars - coincide con un rallentamento nello sviluppo di nuove medicine". Tra il 1930 e il 1969, più di una dozzina di nuove classi di antibiotici sono entrate in produzione. Ma dal 1970 a oggi sono state individuate solo due nuove classi. E se si vanno a contare le singole etichette approvate dal sistema sanitario americano, dalle 16 del quinquennio 1983-87 si è passati alle 7 di quello 1998-2002.

Il principe dei batteri corazzati di fronte agli antibiotici, nel frattempo, viene segnalato sempre più frequentemente negli ospedali. Lo stafilococco aureo resistente alla meticillina (Mrsa) provoca vari tipi di infezioni, fra cui una grave forma di polmonite. Mentre nel 1989 i ceppi di stafilococco aureo sensibili agli antibiotici rappresentavano il 99 per cento fra tutti quelli isolati, nel 2002 ben un'infezione su due era causata invece da ceppi resistenti ai farmaci, e respingeva al mittente anche gli attacchi più veementi lanciati dai camici bianchi. I decessi negli ospedali britannici in cui Mrsa è menzionato nella cartella clinica sono passati dai 50 del 1993 a un impressionante 1600 del 2006.

I notiziari delle industrie farmaceutiche raccontano di esperimenti in corso per ricavare nuove classi di antibiotici dai bachi da seta, miele, e perfino sangue di coccodrillo. Ma nessuna di queste strade sta mantenendo le promesse. "Prendiamo le 15 aziende più grandi del mondo" prosegue Cars. "Solo l'1,6 per cento dei nuovi medicinali in via di sviluppo appartiene alla categoria degli antibiotici". Con due miliardi di passeggeri che gli aerei trasportano ogni anno attraverso il globo e la distribuzione mondiale dei cibi, poi, i batteri super-resistenti non conoscono più frontiere. E sapere che il dato del 70 per cento delle infezioni neonatali diventate insensibili ai farmaci proviene dalla lontana Tanzania non basta a tranquillizzarci.

Quando tra il 1928 e il 1929 Alexander Fleming scoprì la penicillina e diede al mondo la possibilità di rendere innocue infezioni che prima erano fatali, regalò al mondo un vero e proprio "bene collettivo". Con gli antibiotici, l'errore di un individuo viene pagato da tutti. "Ogni volta che ciascuno di noi ne consuma una dose, esaurisce inevitabilmente una frazione della sua efficacia" fa notare Cars. Basta una singola terapia sbagliata per far nascere un ceppo più resistente e farci perdere miglia nella corsa fra uomini e batteri.

(da Repubblica - 19 settembre 2008)

Stranezze da Ebay

Su ebay si trova in vendita di tutto ma sono rimasto stupito leggendo questa notizia:

Usa, mette all'asta la verginità

Singolare iniziativa di una 22enne

Da quando è arrivato e-bay, siamo ormai abituati a vedere mettere all'asta qualsiasi cosa e ormai non ci si stupisce più di nulla. Fa però discutere l'iniziativa di Natalie Dylan, una bella mora americana che ha deciso di vendere all'incanto la sua verginità per pagarsi gli studi. Almeno un milione di dollari la cifra richiesta. L’intera asta sarà seguita in diretta da una popolare emittente radiofonica statunitense.

La diretta dell'evento sarà condotta da Howard Stern, uno dei più famosi e trasgressivi dj degi Stati Uniti, già resosi protagonista in passato di episodi decisamente "poco eleganti" e che in alcuni casi gli sono anche costati il posto in prestigiosi network.

Stern è, infatti, famoso per aver fatto ascoltare, in diretta, un orgasmo femminile avuto da una donna alle prese con una bruciante passione, consumata vicino alla cornetta.
Conoscendo i precedenti del conduttore, tutto farebbe pensare a un’ennesima trovata pubblicitaria tuttavia la bella Natalie assicura che non c’è nulla di falso nella sua iniziativa e di essere pronta a dimostrare la sua veridicità al termine dell’asta, con l’aiuto di una visita ginecologica che dimostrerà al mondo intero la sua tanto decantata virtù.

(Da Tgcom)

In passato in Italia una persona aveva messo all'asta se stesso per custodire i segreti altrui, un altro vendeva consigli e consolazioni su argomenti a richiesta.
Mi viene da pensare: che posso mettere in vendita su ebay?

giovedì 18 settembre 2008

Imparare l'Inglese sarà più facile?

L'inglese e gli errori di spelling
«Aboliamo le regole, è tempo perso»

Regno Unito, si discute della proposta di John Wells, professore di fonetica all’University College di Londra

In inglese si dice "spelling": è l’ortografia, dilemma di ogni studente medio del Regno Unito che fino agli anni Cinquanta veniva sensibilizzato a impadronirsi delle migliaia di regole ed eccezioni a suon di frustate e colpi di bacchetta sulle nocche. Poi i modi sono si sono rilassati. Ma ora dal mondo del lavoro continuano ad arrivare proteste nei confronti delle scuole: molti laureati quando compilano il CV, il curriculum vitae, lo riempiono di errori e di punteggiatura impazzita. Il problema è che l’inglese non è una lingua fonetica. Tutti i britannici (beh, quasi tutti, visto che gli inglesi sostengono di non capire i suoni gutturali emessi dagli scozzesi) sanno pronunciare (è la loro lingua madre, no?), ma si fanno venire non pochi dubbi al momento di scrivere: accomodation o accommodation? professor/proffessor? privilege/priviledge?

LA PROPOSTA - I dubbi vengono perché l’inglese pensa alla pronuncia, pensa troppo o troppo poco e così è indotto all’errore. John Wells, Emeritus Professor of Phonetics all’University College di Londra, nonchè presidente della Spelling Society, ha trovato la soluzione: propone di abolire le regole dello spelling, di non insegnarle più a scuola perché è tempo perso ed è un fardello che blocca l’apprendimento riempiendo la mente dei ragazzi.

GENITIVO SASSONE - Il professore emerito suggerisce di far fuori anche l’apostrofo del "genitivo sassone" e osserva: «Nella lingua finlandese una volta che si sono apprese le lettere si sa automaticamente come si scrive e si pronuncia; in Spagna e Italia le cose vanno allo stesso modo: uniformiamo l’inglese e risolveremo i nostri problemi». Si è aperto un dibattito, con valanghe di lettere polemiche sui giornali. Una, presa dal Times: «Sir, la lettura di testi senza regole di spelling sarebbe più difficile. Prendiamo la parola "colloquial", scrivere "cloakwheel" sarebbe più lungo e laborioso». E una tagliente: «Sir, non so se, come sostiene il professor Wells in finlandese una volta che si sono apprese le lettere si sa come scrivere. Ma so che molti finlandesi scrivono un ottimo inglese, con forme irregolari, apostrofi e punteggiatura, basta saper insegnare». Così a Harrow, una delle migliori scuole indipendenti del Regno, "alma mater" di Winston Churchill, hanno deciso di dare l’esempio. La settimana per i ragazzi è cominciata con un compito in classe di ortografia. Il Times ha pubblicato il test di spelling, vocabulary, apostrophe and punctuation in anteprima, con le answers, le risposte. Già: ma come si pronuncia correttamente "answers"? Per chi si vuole cimentare sfidando i professori di Harrow , ecco il test (e le soluzioni).



Da "Il Corriere della Sera" del 15.09.2008

mercoledì 17 settembre 2008

Berlusconi - Vezzali: assalto a Porta a Porta


"EEEEEEEEH STOP!"
ha urlato il regista alla fine di questa scena
"Buona la prima"
Che Porta a Porta fosse una farsa era risaputo ma queste scenette preparate sono ridicole: sembra un provino per una parte (chissà che presto la Vezzali non ne avrà una) in un film; da notare la telecamera come stacca sul viso della campionessa olimpica che guada negli occhi il buon Silvio con intensità sublime.
Ottimi sono anche i tempi dei tre attori: le battute dette al momento giusto, con ritmo e precisione.
Tanta fatica per guadagnarsi la gloria olimpica e un minuto e mezzo per sputtanarsela.
Valentina Vezzali imita Primo Carnera.

Presidente io da lei non mi farei toccare neanche col fioretto.

martedì 16 settembre 2008

Due giorni strizzati.

Alla porta affianco dove entro tutti i lunedi, ieri mentre salivo le scale:
ha aperto la porta, è stata la scena di un film: salivo le scale, gradino per gradino e lei mi compariva pezzo per pezzo davanti, dalla testa verso il basso, questa la sua apparizione e parlava con una donna e guardava me che salivo. Il mio sguardo deve averla catturata perchè mi ha guardato fin quando l'ho guardata, dopo non so, come potrei saperlo, sono entrato nella porta affianco e via.
Ho avuto la tentazione di entrare e rompere tutto.
Il suo nome alla porta non mi aveva mai detto nulla e neanche sulla busta da lettere, non è come quelle cose che sai d'avere già visto da qualche parte ma non ricordi dove e invece ora so.
Ieri ho giocato a calcetto, non male, pioveva, a tratti anche forte e mi hanno spaccato un labbro:
sono cambiato un tempo avrei cercato di riempirlo di botte quel tipo, ieri neanche il dolore ho sentito, cioè il dolore c'era ma io non lo sentivo...è come quando ti chiamano e sei sovrappensiero.
Anche lei dice che sono cambiato, anche lei dice che è come se fossi da un'altra parte. Ed è così. E mentre mi dirigevo verso questo posto nessuno mi ha chiamato per farmi voltare, tu quanto meno e sai anche lamentarti che sono andato via, e tu forse non ci sei mai stata. E pretendi che io ci sia quando le tue voglie e i tuoi bisogni lo richiedono.
Ho una tastiera che fa schifo.
Ho un cazzo che fa un po' meno schifo della tastiera ma è decisamente meno lungo.
Gli angeli ce l'hanno meno lungo del mio e il loro fa più schifo della mia tastiera, anzi forse loro non lo hanno neanche.
Gli angeli con quelle piccole ali non possono volare...devono essere certamente appesi con qualche filo, gli arcangeli sì, quelli sì che hanno ali per volare ma sembrano troppo altezzosi, per non parlare dei putti: bambini al limite dell'obesità con queste ali miniaturizzate che ti vogliono far credere che sono in grado di volare e poi Cupido è una pippa: l'amore è cieco perché Cupido è una pippa e non fa centro neanche a puntare un elefante da quindici piedi. Cupido sarebbe peggiore di Bush se la sensibilità comune non si fosse limata fino a rendere deplorevole l'atto violento spinto dall'amore, fino a rendere ridicolo il suicidio per amore.
Solo un fesso crede a ciò che legge sui giornali, così i giornali non scrivono niente e si può credere a tutto e io che speravo in un opinione da costruire riguardo a qualcosa e l'unica opinione che riesco a farmi è su di me anche se i giornali di me non scrivono mai.
Che me ne faccio di una giraffa? che me ne faccio di una giraffa se non ho...che ne so?!...un coccodrillo? con una giraffa da sola risulterei bizzarro avessi anche un coccodrillo potrei risultare altro.
Voglio un paio di occhiali neri, abbastanza ampi che mi ci possa nascondere dietro e portarli sempre, ovunque, così che il mio barcollare in qualche strada di notte o in qualche casa a qualche festa non faccia pensare che sia ubriaco ma soltanto che quegli stupidi occhiali mi rendono cieco.
Dio è amore.
L'amore è cieco.
Ray Charles è cieco quindi Ray Charles è Dio.
Ma Dio non esiste quindi neanche Ray Charles ma esiste la sua musica, come il mondo: Dio non esiste ma esiste il mondo.
Io credo che lei abbia dei segreti e io non ne ho.
Maledizione.

lunedì 15 settembre 2008

come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba

Little Boy era alto 71 cm e largo 3 metri pesava 4000 kg: non proprio un piccolo ragazzo.
Enola Gay il 6 agosto 1945 portava a spasso Little Boy come una mamma modello.
Enola Gay è un bombardiere B-29 Superfortress che sganciò Little Boy da un'altezza di poco più di mezzo chilometro sulla città di Hiroshima.
Little Boy conteneva 60 kg di uranio 235, è stata la prima esplosione nucleare con uranio e la prima arma nucleare utilizzata in un conflitto.
Enola Gay è il nome della madre del pilota, Paul Tibbets. Un pensiero dolce quello del generale aviatore statunitense.
Chissà quali fossero i suoi pensieri quando partì dall'isola di Tinian verso Hiroshima.
Cosa pensò sganciando la bomba non so e non è immaginabile perché impossibile mi risulta simulare il pensiero di un uomo che eseguendo un ordine uccise Little Boy.
Il signor Tibbets dopo essersi ritirato dall'aereonautica militare con un buon numero di medaglie ed onorificienze lavorò per la Executive Jet Aviation, una compagnia di aerotaxi di Columbus, diventandone presidente dal 1976 al 1987. Il primo novembre dello scorso anno il buon Paul è passato a miglior vita.
Tre giorni dopo il gesto eroico del suddetto defunto, Fat Man esplose alla stessa altezza di Little Boy sulla città di Nagasaki. Fat Man non era della stessa pasta di Little Boy: Fat Man era una bomba a implosione basata su plutonio 239.
Non si sa se fossero padre e figlio ma è certo che la loro collaborazione convinse alla resa l'impero giapponese: una collaborazione diplomatica.
Enola Gay ora dovrebbe essere esposto in qualche museo.

(da accompagnarsi con "Nagasaki" - Album: L'altra Educazione - Surgery)

Per la serie: non hai nulla da fare che fare questi disegni del cavolo?

sabato 13 settembre 2008

...

è come per le opere d'arte.

Fino a pochi giorni fa detestavo le separazioni, gli allontanamenti, le persone che perdi di vista, che poi quando ti rincontri c'è imbarazzo e non si sa se salutarsi o meno. Fino all'altra sera pensavo di volere con me per sempre tutte le persone. Le separazioni possono essere improvvise e violente come la morte o lente e quasi impercettibili: si sta vicini, poi un piccolo spessore si interpone, lo spessore diventa un divario, il divario un distacco, il distacco un abisso e neanche ci si è accorti di nulla. E l'altra sera, che erano le prime ore del 10 settembre, ho pensato che le separazioni per me sono come il tempo per le opere d'arte: sarà che non ho buona memoria, ma il tempo che passa, che si mette fra me e le persone andate riequilibra tutto, leviga gli spigoli, dà simmetria alle immagini, stempera i colori dei dispiaceri e li sfuma per renderli omogenei con quello che di bello c'è stato e tinge tutto di un velo di malinconia.
Fino a pochi giorni fa detestavo le separazioni, gli allontanamenti, le persone che perdi di vista, avrei voluto avere tutti con me per sempre ma ora è diverso: è come per le opere d'arte.

venerdì 12 settembre 2008

Io ci vedo qualcosa: visionario

Moplen:
materia plastica ottenuta dalla polimerizzazione del propilene.
Il polipropilene isotattico è un materiale rivoluzionario per le sue caratteristiche di resistenza meccanica, economicità di produzione e lavorazione. Il Moplen è tutt'oggi una delle materie termoplastiche più utilizzate nell'industria dei prodotti idrosanitari e casalinghi. La sua scoperta valse a Giulio Natta, chimico genovese, il premio Nobel per la chimica nel '63.
Si ricordi Gino Bramieri in Carosello con il tormentone pubblicitario:
« E mò e mò e mò... Moplen! »

Prostituzione

giovedì 11 settembre 2008

Guzzanti e Ratzinger

Continuo a preoccuparmi

Vilipendio Papa: la Procura chiede di procedere contro la Guzzanti e di archiviare Beppe Grillo

La Guzzanti a piazza Navona ROMA (10 settembre) - La procura di Roma chiederà al ministro della giustizia di procedere contro Sabina Guzzanti, indagata per vilipendio nei confronti del Papa, in relazione alle affermazioni fatte dall'attrice l'8 luglio scorso durante la manifestazione «No Cav Day» in piazza Navona. Chiesta invece l'archiviazione per le dichiarazioni di Beppe Grillo contro il presidente della Repubblica in relazione alla firma del cosiddetto Lodo Alfano. La procura ha ritenuto che esisteva il diritto di satira. Dura la reazione dell'leader dell'Idv Antonio Di Pietro secondo il quale l'onore del Papa non sono stati calpestati, si è trattato di satira, ma, spiega Di Pietro, «si sa, essere una donna libera ai giorni nostri è un reato».

Nessuna denuncia dalla Carfagna. Spetta adesso al ministro della Giustizia autorizzare, secondo quanto previsto dall'articolo 313 del codice di procedura penale, lo svolgimento delle indagini nei confronti della Guzzanti. Contro di lei per ora nessuna denuncia o querela dal parte del ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna anche lei oggetto delle parole della Guzzanti. Per procedere l'autorità giudiziaria deve essere sollecitata da una querela. Per quanto riguarda il capo dello Stato e il Pontefice invece, il fascicolo viene aperto d'ufficio. Il procuratore Giovanni Ferrara e il pm Angelantonio Racanelli hanno esaminato i filmati degli interventi di Guzzanti e Grillo durante la manifestazione di piazza Navona.

Grillo: «Non mi interessa niente». Così il comico commenta la notizia dell'archiviazione della sua posizione. Beppe Grillo durante la manifestazione aveva chiamato il presidente della Repubblica «Morfeo Napolitano» e lo aveva contestato per aver firmato il provvedimento definito Lodo Alfano.

Di Pietro contrario. «L'onore ed il prestigio del Pontefice, al quale va il mio massimo rispetto, a mio avviso, non sono calpestati dalla satira della Guzzanti che, proprio in quanto satira, va presa per quel che è». Per Di Pietro le offese arrivano da coloro che «predicano bene e razzolano male, che corrompono i testi ai processi e poi vanno a baciare la mano al Pontefice, che rubano e non vogliono farsi giudicare, che vanno a messa la domenica e ai bordelli il lunedì, che danno Gesù Cristo sull'altare e si prendono i bambini in sacrestia». Di Pietro spiega che neanche lui ha condiviso ciò che ha detto la Guzzanti «ma - aggiunge - solo ai tempi dell'olio di ricino chi la pensava diversamente finiva in galera». Essere una donna libera, conclude il leader dell'Idv, «ai giorni nostri è un reato!».

A ottobre a piazza Navona. Di Pietro si dice certo che «l'indagine si concluderà con una piena assoluzione» perché la Guzzanti «ha esercitato il diritto costituzionale della libera manifestazione del pensiero» e dà appuntamento all'11 ottobre sempre in piazza Navona.

(da Il Messaggero)


Risponde la Guzzanti dal suo blog
carissimi,

prima che possa vantarmi, mi aiutate a capire se sono la prima o se ci sono stati altri casi? comunque è rarissimo. aggiorno subito il curriculum. se non vi dispiace io continuerei nel mio demo a definirmi autrice e regista visto che attori e show girl recitano testi scritti da altri mentre quello che dico è tutta farina del mio sacco fino all'ultimo granello. Ma imparerò senz'altro a ballare per non tradire le aspettative di questi cuori di leoni che fanno i titoli.

sono onorata per questa denuncia certo Alfano potrebbe non autorizzare ma mi pare che possa ben sperare. l'unica cosa che non mi è chiara: il papa chi? Totti?

non vi fate spaventare sono gesti intimidatori perché non pensiate che
si possa dire impunemente quello che si pensa. invece si può e
perderanno loro. invece si può e la soddisfazione che si prova è impareggiabile. meglio di una cena di vissani, meglio di uno spettacolo di apicella, addirittura meglio che leggere un discorso del brillante cerami.

da quando sono iniziate le esternazioni contro i gay i pestaggi degli innocenti sono quotidiani. molto facile verificare quanti erano prima e quanti sono ora. dimostrare che questa politica discriminatoria è colegata a delitti infamissimi è semplice. concludere che si va all'inferno per questo per chi ci crede pure. per chi non ci crede restano i tribunali più arbitrari a quanto pare del giudizio di dio grazie all'incosistenza dei rappresentanti dei partiti laici e progressisti che sono riusciti in breve a far perseguire i reati di opinione, stiamo tornando a un regime fascista. compilimenti d'alema, complimenti veltroni, complimenti finocchiaro e company. siete davvero dei portenti. complimenti anche ai loro indegni supporter supportati che scrivono sui giornali. avete sostenuto tutte le campagne contro la giustizia, contro le istituzioni democratiche e ora finalmente siamo in una dittatura. i primi a rimetterci sarete voi. ma non voglio anticiparvi nulla. non vedete a un palmo dal vostro naso e il mondo per voi deve essere una continua sorpresa o spavento.





sabato 6 settembre 2008

Mobile attesa

Io essere biodegradabile
pistola caricata a spermatozoi
bocca di fuoco di stronzate
e pensieri fatui
che non accendono gli animi
di nessuno
termovalorizzatore di sentimenti
spazzatura
motore quattro tempi
senza benzina e aspirazioni
per di più guasto nei miei
meccanismi
rimango metallico abbandonato
freddo al freddo
e caldo sotto il sole
in un prato verde d'inverno
e marrone d'estate
sotto la pioggia del tempo
in ogni stagione
ad attendere la ruggine

venerdì 5 settembre 2008

Colpi di satirà giornaliera



Ellekappa - Repubblica 04.09.2008

Una notte come un'altra

Non so.
Devo essere sincero: non ho idea di come mi ritrovai lì.
"Lì" è con le spalle davanti la porta d'ingresso di un Grand Hotel nel versante interno.
Come facevo a sapere che fosse un Grand Hotel? mi bastò dare un'occhiata all'ambiente.
Moquette rossa ovunque neanche avessero sgozzato mille maiali e fatto scorrere il loro sangue in quella hall. Colonne di marmo gelido per raffreddare il fuoco del pavimento.
Lo sguardo attraversando l'ampio salone arrivò al bancone della reception: un pezzo di legno unico, chiaro, ricavato da chissà che specie di albero. Poggiati sopra gli oggetti che ci si aspetta di trovare ad una reception: una targa d'orata su cui è inciso "reception" come a dire "se qualcuno non l'avesse capito...", depliant vari, penne di un certo valore legate da piccole catene che le davano l'aspetto di biro da quattro soldi. Io fossi un cliente di un albergo di questo calibro mi sorprenderei nel vedere queste catene: "posso permettermi un posto simile e avete paura che rubi una penna da un centinaio di euro?". Dietro al bancone, appeso al muro il casellario.
Ai lati della reception due librerie spropositate per dimensioni e all'ombra di queste tavoli e poltrone dove leggere e sorseggiare il tè fornito dal bar posto nell'angolo Nord-Est. Alla mia destra divani e tavolini bassi con i maggiori quotidiani nazionali e varie riviste patinate; su questi divani erano parcheggiati gli ospiti appena giunti e insieme a loro i bagagli; i facchini correndo da una parte a l'altra della hall caricavano le valigie su carrelli portandole chissà dove. Vicino al bar sulla parete Est un arco bucava la parete dando accesso al ristorante che a quell'ora era ancora chiuso. Le pareti libere non erano vuote ma imbrattate da dipinti. Il soffitto affrescato con scene tratte dalla Bibbia reggeva lampadari posti ad intervalli regolari.
Di fronte s'alzava un'imponente scalinata anch'essa ricoperta da un tappeto rosso e poco di lato, quasi nell'ombra, due porte che stonavano con l'ambiente ricco e sfarzoso e apparivano misteriose ad una prima occhiata.
La parete alle mie spalle e la porta dalla quale entrai non le ricordo.
Fin qui si potrebbe dire "Nulla di strano" ma lasciatemi raccontare.
In questo ambiente si muovevano varie persone ma subito la mia attenzione fu presa da qualcosa che ha dell'incredibile: uno spazzolino da denti si aggirava per la hall ondeggiando delicatamente prima dall'alto verso il basso, poi muovendosi in orizzontale e a tratti in modo circolare. Questo spazzolino fluttuava a circa un metro e sessanta dalla moquette fin quando non si avvicinò al bancone della reception e iniziò a suonare il campanello. Inizialmente il suono si proponeva solo di
attirare l'attenzione del portiere di turno. Dopo un paio di secondi l'uomo in divisa dietro al bancone si girò e a quel punto chiamarlo ancora "uomo" mi risultò difficile: il soggetto in questione aveva scambiati gli occhi con i padiglioni auricolari e al centro della faccia vi era una piccola proboscide al posto del naso che ad una seconda osservazione si scoprì essere niente di meno che un cazzo. Lo spazzolino comunicava con il tale della reception alternando sulla campanella suoni lunghi a suoni brevi: con mio profondo stupore la faccia di cazzo lo capiva e con una bocca normale rispose di accomodarsi e aspettare pochi minuti. Dietro il portiere il casellario sul quale non erano poggiate normalmente le chiavi delle stanze ma piccioni. Ai clienti entrando nella hall bastava chiedere la propria chiave che il volatile con rispettivo numero s'alzava in volo accompagnando l'ospite alla porta della stanza.
Intanto lo spazzolino riprese a vibrare e muovendosi a mezz'aria fece per andare sui divani posti alla destra dell'ingresso ma una manata rapida e decisa lo prese. La mano in questione apparteneva ad una donna bionda con un ampio ciuffo frontale, labbra rosse fuoco con un neo che le accompagnava poco più in alto a sinistra, quasi sulla guancia, sguardo caldo con ciglia teleferiche, spalle appena coperte da una pelliccia bianca che lasciava intravedere buona parte del seno e della sua pelle candida. Sotto la pelliccia un vestito rosso in tono con le labbra la cui gonna arrivava alle ginocchia. Lo spazzolino da denti dopo essere stato preso iniziò a dimenarsi; lei tenendolo saldo gli girava intorno del nastro adesivo arancione: senza troppa fatica fu ricoperto tutto, a quel punto le dimensioni ne risultarono quintuplicate mantenendo comunque le iniziali proporzioni. Nonostante le sue condizioni lo spazzolino continuava a muoversi quasi con rabbia. A questo punto la donna s'alzò la gonna, rivelando l'assenza degli slip, divaricò leggermente le gambe flettendole un poco e fece sparire lo spazzolino fra le cosce, poi come se nulla fosse accaduto lasciò tornare la gonna al suo posto e si andò a sedere sui divani con un sorriso per metà folle e per l'altra metà compiaciuto.
Seguendo i movimenti della donna mi accorsi che i dipinti alle pareti erano vivi: gli affreschi si muovevano, gesticolavano sembravano parlare fra di loro ma nessun suono veniva da quei muri. Avvicinandomi per osservare meglio notai delle piccole cuffie appese sugli affreschi: ne presi un paio in corrispondenza di un San Sebastiano e lo sentii bestemmiare e imprecare legato a quella colonna, con lo sguardo verso il cielo. Spostandomi poco a destra "La Libertà che guida il popolo" correva e dalle cuffie si poteva sentirla maledire i suoi inseguitori che a loro volta le intimavano di fermarsi così che potessero scannarla. Posai le cuffie e cercai di non guardare più le pareti.
Dal soffitto pendevano lampadari a "goccia"... nel vero senso della parola perché la loro struttura non era null'altro che dei piccoli tubi che perdevano acqua dando vita a gocce di dimensioni incredibili che poi cadevano in un piccolo bacino. All'impatto con l'acqua sottostante queste gocce alzavano delle sottilissime colonne d'acqua che arrivavano a toccare il soffitto e che attraversate dalla luce delle fiaccole poste al di sopra della struttura tubolare per pochi attimi producevano
piccoli arcobaleni in ogni angolo della stanza.
Inutile dirvi che anche il bar fosse strano. Qui ogni liquido versato vincendo la forza di gravità si rovesciava verso l'alto: il barman riempiva i bicchieri tenendoli capovolti e poi li lasciava andare in acrobazie varie, il tutto nella più totale tranquillità, come se fosse normale. Anche la macchina del caffè sputava fuori la bevanda verso l'alto dove erano fissate le tazzine.
Più di tutto mi sorprese la scalinata che di per se non aveva nulla di strano. Sui gradini vi erano diverse persone: chi seduto, chi sdraiato, chi in piedi, tutte con toghe e tuniche colorate non certo di quest'epoca. Mi avvicinai alla gradinata e sul primo scalino seduto c'era un tipo vestito in marrone con la testa pensante appoggiata sul pugno e nell'altra mano una matita. Ai lati due gruppi di persone intente a parlare, a scrivere, a declamare poesie. Qualche gradino più su un tipo piccolo di statura stravaccato a terra. Evitato questo salii altri gradini fino ad arrivare al pianerottolo dove c'era molta più gente che circondava due figuri vestiti meglio degli altri e che avevano un'aria saccente. Chiesi ad uno chi fossero e lui mi rispose stupito che io non conoscessi l'identità dei due: "Platone e Aristotele". Aristotele e Platone con la loro aria da divi e il loro modo di parlare come se avessero in mano la verità assoluta non mi risultarono molto simpatici: mi lasciai andare in una sonora pernacchia. Terminata la mia performance sonora una delle due porte a lato della scala si aprì e ne venne fuori un faccione barbuto con baffi e mosca, pochi capelli unti e arruffati, sopracciglia inarcate e occhi a palla tenuti nelle orbite da borse e occhiaie considerevoli - STOP! - Gridò. - POTETE ANDARE ABBIAMO FINITO -


...e per fortuna che il ristorante fosse chiuso...

lunedì 1 settembre 2008

STANZA 218

Ora che non ho fame di parole
avrei bisogno di parole
Parole che scorrano facili
e non inciampino in mezzo alle dita
Mi scrivi per sapere che tempo fa dentro la mia testa
e vorrei risponderti
Ho chiesto a Dario se vede il sole dentro la mia testa
Io sento solo l'aria
che entra da una finestra rotta
Sento solo le mattonelle fredde sotto i piedi
e le pareti che scricchiolano
Sento solo le vene
che finiscono dove finisco io
E passo il tempo a toccare i punti in cui mi manchi
E li sento cedere
Ora che non ho sete di parole
avrei bisogno di parole
Parole che cadano in gola come pioggia calda
Parole che non sbiadiscano sotto questo sole
Mi scrivi per sapere che tempo fa dentro la mia testa
e vorrei risponderti
Dario è partito
Io chiedo in giro se si vede il sole dentro la mia testa
Io sento solo l'aria
che entra da una finestra rotta
Sento solo le mattonelle fredde sotto i piedi
e le pareti che scricchiolano
Sento solo le vene
che finiscono dove finisco io
E passo il tempo a toccare i punti in cui mi manchi
E li sento cedere

(El Muniria - Stanza 218)