Ripetendo tante volte le stesse azioni
abbiamo dato vita ad un rito profano
celebrato sull'altare dei nostri corpi
equidistanti dal bene e dal male.
Quante volte abbiamo ripetuto quei gesti?
Quante volte quelle carezze e quei baci?
Quante volte l'aria si è trasformata nei tuoi capelli
con i quali avrei dovuto impiccarti?
Quanto volte ho avuto l'occasione di farlo
e invece ti ho preso a morsi
per la rabbia e la passione?
Siamo stati incapaci di adorare quel Dio
a cui tutti rivolgono i loro sospiri,
quel Dio per cui si mente
per stare fuori tutta la notte
senza che si sappia.
Abbiamo tradito quel Dio
che c'aveva eletto, fra tutti,
suoi apostoli.
Avrei dovuto strozzarti con i tuoi capelli
quando ne ho avuto l'occasione.
Avrei dovuto...
quante cose.
lunedì 30 maggio 2011
venerdì 27 maggio 2011
È il tempo scandito dalle scene di un film.
Ci siamo annusati,
morsi, toccati,
stretti, leccati,
guardati e ascoltati.
I nostri sensi affannati.
Le nostre ferite infette,
le nostre mani sporche,
e le nostre parole stanche.
Le nostre ferite nere,
le nostre mani corrotte,
le nostre parole silenziose:
nuvole senza speranza di pioggia
a negare sollievo alla nostra sete
di sole e di acqua.
A coprire il nostro futuro.
Abbiamo spiato la vita degli altri
e ne siamo rimasti corrotti.
(È il tempo scandito dalle scene di un film).
Bisognerà scovare quel pensiero che
mi tiene sveglio la notte e che
al mattino mi tira via dal letto
gridando che lui è giù in piedi da un pezzo.
morsi, toccati,
stretti, leccati,
guardati e ascoltati.
I nostri sensi affannati.
Le nostre ferite infette,
le nostre mani sporche,
e le nostre parole stanche.
Le nostre ferite nere,
le nostre mani corrotte,
le nostre parole silenziose:
nuvole senza speranza di pioggia
a negare sollievo alla nostra sete
di sole e di acqua.
A coprire il nostro futuro.
Abbiamo spiato la vita degli altri
e ne siamo rimasti corrotti.
(È il tempo scandito dalle scene di un film).
Bisognerà scovare quel pensiero che
mi tiene sveglio la notte e che
al mattino mi tira via dal letto
gridando che lui è giù in piedi da un pezzo.
Ritorno al futuro.
Sei un esercito pacifista.
Vorrei fuggirti e abbracciarti.
Prigione con sbarre di denti
e cancello di labbra,
sorridi e le tue palpebre si stringono
a mantenere in equilibrio la tua bellezza.
Evadono le tue parole e hanno un profumo
che ha limiti netti nelle pause,
tra le virgole e i punti.
le tue "S" morbide sono da mordere.
Ho scritto mari di parole
e ora ho scoperto che scrivevo di te.
Ti ritrovo in tutto quello che ho scritto
è come guardare la foto di un ostaggio
con un giornale tra le mani;
un orologio fermo la cui lancetta
tenta di avanzare ma non riesce;
un adesivo sbiadito
su un cartellone pubblicitario.
Sei lì in quelle frasi che
parlavano al futuro.
Vorrei fuggirti e abbracciarti.
Prigione con sbarre di denti
e cancello di labbra,
sorridi e le tue palpebre si stringono
a mantenere in equilibrio la tua bellezza.
Evadono le tue parole e hanno un profumo
che ha limiti netti nelle pause,
tra le virgole e i punti.
le tue "S" morbide sono da mordere.
Ho scritto mari di parole
e ora ho scoperto che scrivevo di te.
Ti ritrovo in tutto quello che ho scritto
è come guardare la foto di un ostaggio
con un giornale tra le mani;
un orologio fermo la cui lancetta
tenta di avanzare ma non riesce;
un adesivo sbiadito
su un cartellone pubblicitario.
Sei lì in quelle frasi che
parlavano al futuro.
domenica 22 maggio 2011
Commento sonoro.
Ho bisogno di una colonna sonora. Nei film riesci a capire il significato di un momento dalla musica: due persone stanno soltanto parlando e dalla colonna sonora puoi sapere se si stanno per baciare, dirsi addio, fare qualcosa di buffo. Io non riesco a cogliere l'umore del momento. Avrei bisogno di una colonna sonora che me lo spieghi.
Non lo so.
Il fatto è che il passato non può essere cambiato.
E se ti ho fatto piangere è stato solo per tenerti in vita, che la vita è una valle di lacrime.
...dici? dici il resto della vita insieme?! non dobbiamo pensarlo, deve succedere. E alla fine, un giorno, mi dirai "Ehi hai fatto caso che siamo stati tutta la vita insieme" e io ti risponderò che ci stavo giusto pensando.
E se ti faccio piangere è solo per tenerti in vita, che la vita è una valle di lacrime.
E se ti ho fatto piangere è stato solo per tenerti in vita, che la vita è una valle di lacrime.
...dici? dici il resto della vita insieme?! non dobbiamo pensarlo, deve succedere. E alla fine, un giorno, mi dirai "Ehi hai fatto caso che siamo stati tutta la vita insieme" e io ti risponderò che ci stavo giusto pensando.
E se ti faccio piangere è solo per tenerti in vita, che la vita è una valle di lacrime.
sabato 21 maggio 2011
Panni stesi.
Sei come il segno della molletta che resta sulla maglia dopo averla stesa. La molletta è necessaria così che il vento non porti via la maglia. La molletta è necessaria così che la maglia non cada a terra e si sporchi di nuovo. La molletta la puoi appuntare in un punto della maglia poco visibile, ma lascia comunque il segno. E questo segno rovina la forma della maglia, che quando l'indossi si vede. Sei come il segno della molletta che resta sulla maglia dopo averla stesa. Sei necessaria. E corrompi la forma della maglia.
venerdì 20 maggio 2011
La fine del mondo.
I Maya hanno sbagliato: la fine del mondo sei tu.
La fine del mondo è iniziata quando sei nata. In pochi l'hanno notato. I tuoi parenti, qualche amico dei tuoi genitori, forse anche qualche vicino e qualche passante che in quanto passante è passato davanti alla porta di casa tua e ha notato quel fiocco colorato che s'usa attaccare alla porta quando nasce un bambino. Sia chiaro: in pochi hanno fatto caso alla tua nascita. Nessuno sapeva che quel giorno è iniziata la fine del mondo. Lo so solo io e ora lo dico a tutti. Infatti dico che quel giorno è iniziata la fine del mondo. E la fine del mondo da quel giorno è cresciuta. Da quando succhiavi le tette a tua madre ad ora che le tette le succhiano a te, non tuo figlio, ma i tuoi amanti.
Sei la fine del mondo, che poi non sei poi la fine del mondo. Sei la fine del mondo che avanza, cresce, impara quello che le serve per far finire il mondo.
La fine del mondo è iniziata quando sei nata. In pochi l'hanno notato. I tuoi parenti, qualche amico dei tuoi genitori, forse anche qualche vicino e qualche passante che in quanto passante è passato davanti alla porta di casa tua e ha notato quel fiocco colorato che s'usa attaccare alla porta quando nasce un bambino. Sia chiaro: in pochi hanno fatto caso alla tua nascita. Nessuno sapeva che quel giorno è iniziata la fine del mondo. Lo so solo io e ora lo dico a tutti. Infatti dico che quel giorno è iniziata la fine del mondo. E la fine del mondo da quel giorno è cresciuta. Da quando succhiavi le tette a tua madre ad ora che le tette le succhiano a te, non tuo figlio, ma i tuoi amanti.
Sei la fine del mondo, che poi non sei poi la fine del mondo. Sei la fine del mondo che avanza, cresce, impara quello che le serve per far finire il mondo.
Fabbrica
Meglio morire che dover non dire. Dite bene voi cara madre quando dite di certi santi che vengono a scoprire le grandi verità su Dio, la Madonna, il cielo, il paradiso e l'inferno, che questi santi per paura che gli scappi detta 'sta verità che è troppo grande e troppo importante per le persone, per i cristiani normali e soliti, quei santi lì che vengono a scoprire le grandi verità, scappano in cima alle montagne, nel ventre dei boschi per parlare coi sassi, con le pietre morte, coi rami secchi ma non più coi cristiani che non gli scappi detto. Che è meglio che la gente normale non la viene a sapere.
Il baobab
Ci credi se ti dico che esiste un albero che cresce di dieci centimetri ogni dieci minuti? che poi sono un centimetro al minuto, che sarebbero non so quanti millimetri al secondo? Tu lo guardi e lo vedi crescere.
E no... tu non ci credi. Io lo so perché tu non ci credi. Perché noi crediamo solo alle cose che vediamo o che abbiamo già sentito dire da un sacco di persone o dalla televisione. Neanche io ci crederei fossi in te.
E quindi tu non ci credi a quest'albero che cresce di dieci centimetri ogni dieci minuti. Che poi sono un centimetro al minuto e non so quanti millimetri al secondo.
E io non avevo mai sentito di un amore così grande che non c'ho creduto, pensavo fosse uno scherzo, una burla, come quando ti dicono "Guarda un asino che vola" e tu ti guardi bene dal guardare per non farti prendere in giro. Pensavo che fosse una palla e lo vedevo crescere di dieci centimetri ogni dieci minuti, che poi sono un centimetro al minuto e non so quanti millimetri al secondo. E mi dicevo: ma come è possibile? non esiste niente che cresce così veloce, è tutto finto. E 'sto coso, 'sto albero, 'st'amore è cresciuto come un baobab sul pianeta del Piccolo Principe e ha distrutto tutto. E allora quando ha distrutto tutto mi sono detto "Oh quest'albero ha distrutto tutto, quindi esiste, qualcosa che non esiste non può distruggere qualcosa che esiste, è logica!". E mi sono detto ancora "Guarda com'è grande quest'amore e io che l'ho visto crescere e non c'ho creduto, ma ora ho un'amore speciale! che cresce dieci centimetri ogni dieci minuti, uno al minuto e chissà quanto al secondo. Quanto sono fortunato".
E invece no. Sono sfortunato. Che 'st'albero senza pianeta dove cresce? E infatti quest'albero non c'è più. Io non avevo mai sentito di un amore così grande e quindi non c'ho creduto, non ho curato questo baobab, che pensavo fosse uno scherzo, come quando ti dicono "Guarda un asino che vola" e tu ti guardi bene dal guardare per non farti prendere in giro.
Quanto sono sfortunato.
giovedì 19 maggio 2011
Il tuo regalo d'addio.
È un campo di grano nel quale sei tornato a nasconderti che è stato arato.
È una crepa che silenziosa avanza.
È una pietra legata al collo.
È il gelato caduto dalle mani di un bambino.
È la prima partita rimandata per pioggia.
È un aquilone stroncato dal vento.
È scoprire, crescendo, che tuo padre non è infallibile.
È l'onda che distrugge il castello di sabbia.
È la speranza che annega in un futuro incerto.
Sono gli amici andati senza dire niente.
È sentirsi traditi.
È un respiro strozzato, un sospiro soffocato.
Sono i ricordi sepolti sotto le macerie.
È la delusione che mi hai donato.
È una crepa che silenziosa avanza.
È una pietra legata al collo.
È il gelato caduto dalle mani di un bambino.
È la prima partita rimandata per pioggia.
È un aquilone stroncato dal vento.
È scoprire, crescendo, che tuo padre non è infallibile.
È l'onda che distrugge il castello di sabbia.
È la speranza che annega in un futuro incerto.
Sono gli amici andati senza dire niente.
È sentirsi traditi.
È un respiro strozzato, un sospiro soffocato.
Sono i ricordi sepolti sotto le macerie.
È la delusione che mi hai donato.
sabato 14 maggio 2011
Bill...
The world is like a ride in an amusement park, and when you choose to go on it you think it's real because that's how powerful our minds are. The ride goes up and down, around and around, it has thrills and chills, and it's very brightly colored, and it's very loud, and it's fun for a while. Many people have been on the ride a long time, and they begin to wonder, "Hey, is this real, or is this just a ride?" And other people have remembered, and they come back to us and say, "Hey, don't worry; don't be afraid, ever, because this is just a ride." And we … kill those people. "Shut him up! I've got a lot invested in this ride, shut him up! Look at my furrows of worry, look at my big bank account, and my family. This has to be real." It's just a ride. But we always kill the good guys who try and tell us that, you ever notice that? And let the demons run amok … But it doesn't matter, because it's just a ride. And we can change it any time we want. It's only a choice. No effort, no work, no job, no savings of money. Just a simple choice, right now, between fear and love. The eyes of fear want you to put bigger locks on your doors, buy guns, close yourself off. The eyes of love instead see all of us as one. Here's what we can do to change the world, right now, to a better ride. Take all that money we spend on weapons and defenses each year and instead spend it feeding and clothing and educating the poor of the world, which it would pay for many times over, not one human being excluded, and we could explore space, together, both inner and outer, forever, in peace.
Flusso.
Guido su strisce d'asfalto, fra auto e autovelox, superando una ad una le ore piccole. Tu come tutte le notti mi tieni sveglio, almeno una volta a settimana te ne sono grato. Tu mi prepari un pasto completo con tutti i sapori che i pensieri possono avere. Così un chilometro sono felice e quello dopo estasiato, un chilometro sono triste e due dopo quasi morto. Io guido e la mia testa gira come le ruote su cui corro: una centrifuga di pensieri che all'apparenza è bianca. Di notte non vedo uccelli da schivare (come se potessi). Di notte non dormo più negli autogrill in cui tu russavi mentre io parlavo della dittatura in questo paese. Non ti poggi più sulla mia spalla. Non ho più le tue gambe da accarezzare, che sull'autostrada il cambio serve a poco (nella mia macchina ancora meno). E io guido ancora, investendo a 130 all'ora i pensieri per aprirli e vedere cosa ci sia dentro. Io guido e tu vai via. Chissà se mi hai seppellito vicino ad un campo di baseball, di sicuro sono lontano più di quanto lo saremo quando sarai col piccolo naso verso l'alto, sotto un'architettura sovietica: il nostro amore come il comunismo.
Il piano.
È facile, forse anche romantico, pensare che dietro tutto questo ci sia un piano, un disegno del destino. Mi spiace, accusami di nuovo di essere sterile e freddo, di essere cieco ai sogni e insensibile ai bisogni dell'anima di sognare: non esiste nessun progetto. Siamo noi a collegare i fatti con una causalità dettata dalla nostra esperienza. È solo un'illusione. Tutto accade per caso. Ogni cosa che succede è come un pezzo di puzzle che può adattarsi a qualsiasi altro, sei tu che mettendolo dove più ti piace costruisci l'immagine finale. Siamo noi a pensare questo piano, solo dopo che i fatti sono avvenuti. Siamo dio a posteriori. Siamo onnipotenti impotenti. Anche se a volte ne abbiamo la sensazione, non c'è nessun disegno superiore: pensaci bene.
Stelle cadenti.
Nessuno ha mai pensato che io ti amassi, ti stimassi e che tu fossi tutto ciò che desideravo. Questo mi preoccupa. Anche tu non l'hai né pensato, né sentito: che enorme fallimento. Pensavi di non poter competere con l'altra e io ti ho messo una medaglia d'oro al collo, ti ho sollevato (sei leggera) fino al gradino più alto, ma non te ne sei mai accorta. Del resto "il resto della vita" è un tempo troppo lungo per me che arrivo alle cose o troppo presto o troppo tardi.
Ti avevo promesso calma e pace, amore e tenerezza, attenzione e rispetto e ti ho dato una guerra civile: il nostro amore come il comunismo.
Un giorno mi desidererai in una stella cadente. Questo è il mio desiderio per la prossima stella cadente.
Ti avevo promesso calma e pace, amore e tenerezza, attenzione e rispetto e ti ho dato una guerra civile: il nostro amore come il comunismo.
Un giorno mi desidererai in una stella cadente. Questo è il mio desiderio per la prossima stella cadente.
giovedì 12 maggio 2011
Lontano da te.
Siamo io e te abbracciati e le tue lacrime pesanti come la Luna mi cadono sul collo e mi scorrono giù lungo la spalla, bruciano sulla pelle straziata dai graffi e dai morsi delle tue parole.
E Battiato dovrebbe ritirarsi e non fare più concerti a cui potrai andare con qualcun altro.
Poi penso che non posso temere nulla, non perché lo impone la normale logica razionale, o la retorica romantica, ma perché la realtà che abbiamo sperimentato è stata il punto di giunzione di una circonferenza sulla quale è registrata la scala del piacere, dallo zero, lo strazio, all'infinito, l'estasi; così abbiamo barcollato su quel confine tenendoci per mano, come quando camminavamo al mare sugli scogli, per non cadere.
E abbiamo fatto cose alquanto strane: su quel cadavere abbiamo posto con cura, sugli occhi chiusi, due monete d'oro. Allora un pensiero nostalgico mi ha suggerito di rubarne una da tenere come feticcio romantico di quello che è stato. Quando mi sono girato per prendere la più vicina delle due, l'altra era sparita, la più vicina a te, che avevi rubato senza fartene accorgere. Con un sorriso ho attirato la tua attenzione, ho preso tra il pollice e l'indice l'ultima moneta, l'ho stretta fra i denti per saggiarne l'autenticità, come si vede fare in quei film che non abbiamo mai visto, e l'ho messa sul mio occhio: sono morto per metà.
E ora mi sento come Maradona: il più grande di tutti, il genio decaduto in rovina. Lontano dalle tue grazie.
Lontano da te, lontano dal cuore. Magari non era proprio così ma è così.
E Battiato dovrebbe ritirarsi e non fare più concerti a cui potrai andare con qualcun altro.
Poi penso che non posso temere nulla, non perché lo impone la normale logica razionale, o la retorica romantica, ma perché la realtà che abbiamo sperimentato è stata il punto di giunzione di una circonferenza sulla quale è registrata la scala del piacere, dallo zero, lo strazio, all'infinito, l'estasi; così abbiamo barcollato su quel confine tenendoci per mano, come quando camminavamo al mare sugli scogli, per non cadere.
E abbiamo fatto cose alquanto strane: su quel cadavere abbiamo posto con cura, sugli occhi chiusi, due monete d'oro. Allora un pensiero nostalgico mi ha suggerito di rubarne una da tenere come feticcio romantico di quello che è stato. Quando mi sono girato per prendere la più vicina delle due, l'altra era sparita, la più vicina a te, che avevi rubato senza fartene accorgere. Con un sorriso ho attirato la tua attenzione, ho preso tra il pollice e l'indice l'ultima moneta, l'ho stretta fra i denti per saggiarne l'autenticità, come si vede fare in quei film che non abbiamo mai visto, e l'ho messa sul mio occhio: sono morto per metà.
E ora mi sento come Maradona: il più grande di tutti, il genio decaduto in rovina. Lontano dalle tue grazie.
Lontano da te, lontano dal cuore. Magari non era proprio così ma è così.
martedì 10 maggio 2011
Presunzione
Ho un fortissimo attacco di presunzione:
la fame, le guerre umanitarie, le guerre di pace, le guerre civili, i morti sul lavoro, l'AIDS nel mondo e soprattutto nel terzo mondo, la miseria, le catastrofi naturali, le catastrofi artificiali, la corruzione, la malattia del corpo ma soprattutto la malattia della mente, le disgrazie e le sciagure, oggi non sono niente, neanche messe tutte insieme, sono triste, infinitamente triste. Oggi detengo questo record: sono l'uomo più triste del mondo.
la fame, le guerre umanitarie, le guerre di pace, le guerre civili, i morti sul lavoro, l'AIDS nel mondo e soprattutto nel terzo mondo, la miseria, le catastrofi naturali, le catastrofi artificiali, la corruzione, la malattia del corpo ma soprattutto la malattia della mente, le disgrazie e le sciagure, oggi non sono niente, neanche messe tutte insieme, sono triste, infinitamente triste. Oggi detengo questo record: sono l'uomo più triste del mondo.
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