lunedì 30 giugno 2008
Sentenze
Ho sempre pensato che Dio non è un essere di larghe vedute.
è inutile chiamare, cellulari troppo veloci: sono irraggiugibili
interferenze minimali si sommano e fanno crollare il mio universo fatto da miliardi di pezzi Lego
crollano in terra come scrosci di pioggia: i personaggi della scena ne rimangono sepolti senza urla
disperazione e depressione iatrogena
passo giornate a rincorrere un handicappato e non lo riesco a prendere: lo inseguo, durante il sonno
mi ha rubato organi da trapiantare in qualche maiale, me ne sono accorto solo per il sangue sulle lenzuola,
nessun dolore, solo macchie e cicatrici.
Lascerò messaggi tramite adesivi ma distratti non li noterete.
Gesù è mediocre: io muoio e risorgo quasi ogni giorno, non ho bisogno di 3 giorni.
è inutile chiamare, cellulari troppo veloci: sono irraggiugibili
interferenze minimali si sommano e fanno crollare il mio universo fatto da miliardi di pezzi Lego
crollano in terra come scrosci di pioggia: i personaggi della scena ne rimangono sepolti senza urla
disperazione e depressione iatrogena
passo giornate a rincorrere un handicappato e non lo riesco a prendere: lo inseguo, durante il sonno
mi ha rubato organi da trapiantare in qualche maiale, me ne sono accorto solo per il sangue sulle lenzuola,
nessun dolore, solo macchie e cicatrici.
Lascerò messaggi tramite adesivi ma distratti non li noterete.
Gesù è mediocre: io muoio e risorgo quasi ogni giorno, non ho bisogno di 3 giorni.
domenica 29 giugno 2008
Numeri
Il mio umore è come un pendolo: più si allontana dall'asse più è alto.
Prendo il sole su strane spiagge dette "diamanti".
Vorrei fotografare la centrale nucleare di notte.
Strike.
Perché il titolo è stato tradotto "Quarto potere" o "Se mi lasci ti cancello"?
Marlene Kuntz e Afterhours..."me sembra strano".
Intanto il governo "governa".
Peter Sellers è l'ispettore Clusoe e mi fa morire dal ridere.
Meglio essere Britney Spears produrre merda ed essere celebre in vita o fare opere d'arte chiamarsi Van Gogh e divenire famoso post mortem? Tipo esame necroscopico "ecco cos'è che l'ha ucciso"...beh se lo si scopriva un po' prima...
Nell'arancio c'è la vitamica C.
Ma sinceramente io non l'ho mai vista.
Nel rugby la palla si passa indietro, perché se vuoi avanzare devi sudare.
Nel baseball...meglio che lo vediate da voi.
E' parecchio che non sogno.
L'ho già detto che vorrei fotografare la centrale nucleare di notte?
Tanto per iniziare potrei comprare una macchina fotografica.
Ci sono cose che non so. E sono troppe.
Ci sono cose che so e faccio finta di non sapere.
E quante cose non capisco.
Mi mancano alcune persone. Altre vorrei non fossero mai esistite: fossi io Dio...
fossi io Dio nessuno scriverebbe questo blog.
Che se ci pensi non sarebbe male.
"Nel momento in cui entri dentro una ragazza che si sente?"
"Dipende da quanto sei bravo"
Non si fanno più viaggi sulla Luna ora si fanno le guerre di pace, le guerre preventive. Lo dice la parola: "preventivo"...ovunque vai e chiedi un preventivo significa che c'è da pagare. E in Iraq non fanno eccezioni. Tanto vale tornare a fare viaggi lunari: è comunque inutile ma almeno romantico.
La birra contiene una percentuale d'alcool dal 3 all'11%, ciò non significa che io sia una birra: mancano altri presupposti alla perfezione.
E i ricci della Trudi schiacciati sulle strade.
Dovremmo donare tutti il sangue. Dovreste donare tutti il sangue. Io purtroppo non posso: sono un pallone gonfiato appena mi toccano con un ago mi sgonfio e m'ammoscio.
Prendo il sole su strane spiagge dette "diamanti".
Vorrei fotografare la centrale nucleare di notte.
Strike.
Perché il titolo è stato tradotto "Quarto potere" o "Se mi lasci ti cancello"?
Marlene Kuntz e Afterhours..."me sembra strano".
Intanto il governo "governa".
Peter Sellers è l'ispettore Clusoe e mi fa morire dal ridere.
Meglio essere Britney Spears produrre merda ed essere celebre in vita o fare opere d'arte chiamarsi Van Gogh e divenire famoso post mortem? Tipo esame necroscopico "ecco cos'è che l'ha ucciso"...beh se lo si scopriva un po' prima...
Nell'arancio c'è la vitamica C.
Ma sinceramente io non l'ho mai vista.
Nel rugby la palla si passa indietro, perché se vuoi avanzare devi sudare.
Nel baseball...meglio che lo vediate da voi.
E' parecchio che non sogno.
L'ho già detto che vorrei fotografare la centrale nucleare di notte?
Tanto per iniziare potrei comprare una macchina fotografica.
Ci sono cose che non so. E sono troppe.
Ci sono cose che so e faccio finta di non sapere.
E quante cose non capisco.
Mi mancano alcune persone. Altre vorrei non fossero mai esistite: fossi io Dio...
fossi io Dio nessuno scriverebbe questo blog.
Che se ci pensi non sarebbe male.
"Nel momento in cui entri dentro una ragazza che si sente?"
"Dipende da quanto sei bravo"
Non si fanno più viaggi sulla Luna ora si fanno le guerre di pace, le guerre preventive. Lo dice la parola: "preventivo"...ovunque vai e chiedi un preventivo significa che c'è da pagare. E in Iraq non fanno eccezioni. Tanto vale tornare a fare viaggi lunari: è comunque inutile ma almeno romantico.
La birra contiene una percentuale d'alcool dal 3 all'11%, ciò non significa che io sia una birra: mancano altri presupposti alla perfezione.
E i ricci della Trudi schiacciati sulle strade.
Dovremmo donare tutti il sangue. Dovreste donare tutti il sangue. Io purtroppo non posso: sono un pallone gonfiato appena mi toccano con un ago mi sgonfio e m'ammoscio.
venerdì 27 giugno 2008
Puzzle
Gli addetti alla fabbricazione del buonumore sono in cassa integrazione
rovistando fra i futuri più probabili voglio solo futuri inverosimili.
Attento ai passanti che gettano i cervelli dal cavalcavia sui nostri pomeriggi troppo lunghi e azzurri invece dei dormitori
per i naufraghi delle sere feriali provinciali, turisti nei tuoi inferni sproporzionati fuori dai finestrini per fotografare
le braccia e le lamiere storcersi, poi dirmi "Guarda come siamo friabili, dai guarda quanto siamo friabili".
I tuoi capelli che sono fili scoperti, che sono nastro isolante
perché non ci siamo rincorsi come nei film melodrammatici di merda?
con le nostre discussioni serie si arricchiscono solo le compagnie telefoniche
non mi ero pettinato abbastanza per vederti, per non far piangere i tuoi salici piangenti
e non capisci gli incubi dei pesci rossi
e ci piscino addosso gli angeli e i conoscenti morti negli incidenti stradali
e facevi risorgere binari morti e ricucivi i polsi a tutti
e andiamo a vedere le luci della centrale elettrica
e mi ripetevi che gli sbagli sono stati nell'asfaltare i prati e non i preti
e i cccp non ci sono più.
Fammi i tuoi discorsi metafisici sui fori dei piercing che si richiudono,
incendia le farfalle meccaniche, le rose lisergiche e i nostri pochi orgasmi.
Tu avevi i vestiti adatti per le tue guerre stellari
mentre parecchi facevano l'università e alcuni si impiccavano nei garage
quando strattonavamo il mare dove andavamo a farci male?
Siamo l'esercito del Sert
per ammazzare il tempo ci siamo sconvolti.
rovistando fra i futuri più probabili voglio solo futuri inverosimili.
Attento ai passanti che gettano i cervelli dal cavalcavia sui nostri pomeriggi troppo lunghi e azzurri invece dei dormitori
per i naufraghi delle sere feriali provinciali, turisti nei tuoi inferni sproporzionati fuori dai finestrini per fotografare
le braccia e le lamiere storcersi, poi dirmi "Guarda come siamo friabili, dai guarda quanto siamo friabili".
I tuoi capelli che sono fili scoperti, che sono nastro isolante
perché non ci siamo rincorsi come nei film melodrammatici di merda?
con le nostre discussioni serie si arricchiscono solo le compagnie telefoniche
non mi ero pettinato abbastanza per vederti, per non far piangere i tuoi salici piangenti
e non capisci gli incubi dei pesci rossi
e ci piscino addosso gli angeli e i conoscenti morti negli incidenti stradali
e facevi risorgere binari morti e ricucivi i polsi a tutti
e andiamo a vedere le luci della centrale elettrica
e mi ripetevi che gli sbagli sono stati nell'asfaltare i prati e non i preti
e i cccp non ci sono più.
Fammi i tuoi discorsi metafisici sui fori dei piercing che si richiudono,
incendia le farfalle meccaniche, le rose lisergiche e i nostri pochi orgasmi.
Tu avevi i vestiti adatti per le tue guerre stellari
mentre parecchi facevano l'università e alcuni si impiccavano nei garage
quando strattonavamo il mare dove andavamo a farci male?
Siamo l'esercito del Sert
per ammazzare il tempo ci siamo sconvolti.
lunedì 23 giugno 2008
Amico Fragile
Evaporato in una nuvola rossa
in una delle molte feritoie della notte
con un bisogno d'attenzione e d'amore
troppo, "Se mi vuoi bene piangi "
per essere corrisposti,
valeva la pena divertirvi le serate estive
con un semplicissimo "Mi ricordo":
per osservarvi affittare un chilo d'erba
ai contadini in pensione e alle loro donne
e regalare a piene mani oceani
ed altre ed altre onde ai marinai in servizio,
fino a scoprire ad uno ad uno i vostri nascondigli
senza rimpiangere la mia credulità:
perché già dalla prima trincea
ero più curioso di voi,
ero molto più curioso di voi.
E poi sorpreso dai vostri "Come sta"
meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci,
tipo "Come ti senti amico, amico fragile,
se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te"
"Lo sa che io ho perduto due figli"
"Signora lei è una donna piuttosto distratta."
E ancora ucciso dalla vostra cortesia
nell'ora in cui un mio sogno
ballerina di seconda fila,
agitava per chissà quale avvenire
il suo presente di seni enormi
e il suo cesareo fresco,
pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo incominciare una chitarra.
E poi seduto in mezzo ai vostri arrivederci,
mi sentivo meno stanco di voi
ero molto meno stanco di voi.
Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta
fino a farle spalancarsi la bocca.
Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli
di parlare ancora male e ad alta voce di me.
Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo
con una scatola di legno che dicesse perderemo.
Potevo chiedere come si chiama il vostro cane
Il mio è un po' di tempo che si chiama Libero.
Potevo assumere un cannibale al giorno
per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle.
Potevo attraversare litri e litri di corallo
per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci.
E mai che mi sia venuto in mente,
di essere più ubriaco di voi
di essere molto più ubriaco di voi.
De Andrè
in una delle molte feritoie della notte
con un bisogno d'attenzione e d'amore
troppo, "Se mi vuoi bene piangi "
per essere corrisposti,
valeva la pena divertirvi le serate estive
con un semplicissimo "Mi ricordo":
per osservarvi affittare un chilo d'erba
ai contadini in pensione e alle loro donne
e regalare a piene mani oceani
ed altre ed altre onde ai marinai in servizio,
fino a scoprire ad uno ad uno i vostri nascondigli
senza rimpiangere la mia credulità:
perché già dalla prima trincea
ero più curioso di voi,
ero molto più curioso di voi.
E poi sorpreso dai vostri "Come sta"
meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci,
tipo "Come ti senti amico, amico fragile,
se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te"
"Lo sa che io ho perduto due figli"
"Signora lei è una donna piuttosto distratta."
E ancora ucciso dalla vostra cortesia
nell'ora in cui un mio sogno
ballerina di seconda fila,
agitava per chissà quale avvenire
il suo presente di seni enormi
e il suo cesareo fresco,
pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo incominciare una chitarra.
E poi seduto in mezzo ai vostri arrivederci,
mi sentivo meno stanco di voi
ero molto meno stanco di voi.
Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta
fino a farle spalancarsi la bocca.
Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli
di parlare ancora male e ad alta voce di me.
Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo
con una scatola di legno che dicesse perderemo.
Potevo chiedere come si chiama il vostro cane
Il mio è un po' di tempo che si chiama Libero.
Potevo assumere un cannibale al giorno
per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle.
Potevo attraversare litri e litri di corallo
per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci.
E mai che mi sia venuto in mente,
di essere più ubriaco di voi
di essere molto più ubriaco di voi.
De Andrè
lunedì 16 giugno 2008
Anime Salve
Mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che bello il mio tempo che bella compagnia
sono giorni di finestre adornate
canti di stagione
anime salve in terra e in mare
sono state giornate furibonde
senza atti d'amore
senza calma di vento
solo passaggi e passaggi
passaggi di tempo
ore infinite come costellazioni e onde
spietate come gli occhi della memoria
altra memoria e no basta ancora
cose svanite facce e poi il futuro
i futuri incontri di belle amanti scellerate
saranno scontri
saranno cacce coi cani e coi cinghiali
saranno rincorse morsi e affanni per mille anni
mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che grande il mio tempo che bella compagnia
mi sono spiato illudermi e fallire
abortire i figli come i sogni
mi sono guardato piangere in uno specchio di neve
mi sono visto che ridevo
mi sono visto di spalle che partivo
ti saluto dai paesi di domani
che sono visioni di anime contadine
in volo per il mondo
mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che grande questo tempo che solitudine
che bella compagnia
Anime Salve - Fabrizio De Andrè
che bell'inganno sei anima mia
e che bello il mio tempo che bella compagnia
sono giorni di finestre adornate
canti di stagione
anime salve in terra e in mare
sono state giornate furibonde
senza atti d'amore
senza calma di vento
solo passaggi e passaggi
passaggi di tempo
ore infinite come costellazioni e onde
spietate come gli occhi della memoria
altra memoria e no basta ancora
cose svanite facce e poi il futuro
i futuri incontri di belle amanti scellerate
saranno scontri
saranno cacce coi cani e coi cinghiali
saranno rincorse morsi e affanni per mille anni
mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che grande il mio tempo che bella compagnia
mi sono spiato illudermi e fallire
abortire i figli come i sogni
mi sono guardato piangere in uno specchio di neve
mi sono visto che ridevo
mi sono visto di spalle che partivo
ti saluto dai paesi di domani
che sono visioni di anime contadine
in volo per il mondo
mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che grande questo tempo che solitudine
che bella compagnia
Anime Salve - Fabrizio De Andrè
...
La prima cosa è la coscienza dello spazio, sapere che lontano, da un'altra parte, altrove, sta accadendo qualcosa anzi, fuori dalle mura di casa tutto sta accadendo in giro per il paese però occorre sapere dove; e la seconda cosa è il tempo: in quel posto bisogna arrivare in tempo perché quella cosa accada a noi e non immaginare soltanto che accada; se lo spazio è poi ampio e distante è necessario differire il tempo dell'azione da quello del desiderio perché partire quando desidereremmo essere già lì è una vana corsa verso una sala vuota; possedere questa consapevolezza è una grande qualità che può contribuire a rendere la vita arte dell'incontro.
Le anime si incontrano per caso per curiosità per determinazione, in tutti i casi l'incontro ha sempre del miracolo, nella coincidenza la componente magica è più evidente ma decidere, partire, muoversi a tempo fino a trovarsi nel luogo dove la cosa sta accadendo è miracoloso come la costruzione di tutte le cose immaginate.
(Vinicio Capossela)
Le anime si incontrano per caso per curiosità per determinazione, in tutti i casi l'incontro ha sempre del miracolo, nella coincidenza la componente magica è più evidente ma decidere, partire, muoversi a tempo fino a trovarsi nel luogo dove la cosa sta accadendo è miracoloso come la costruzione di tutte le cose immaginate.
(Vinicio Capossela)
venerdì 13 giugno 2008
Non Al Denaro Non All'amore Nè Al Cielo
(un ingrato riassunto)
Herman e Charley morti sul lavoro, morti bianche le chiamano... Bert, Tom, Ella, Kate colpiti a morte dalla vita, Maggie uccisa dalla violenza di un "animale", Edith e Lizzie chissà, la guerra e le sue vittime e Jones il suonatore che "sembra di sentirlo ancora dire al mercante di liquore Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?": tutti sulla collina.
Un matto che fra Majakowsky e malfatto letti sulla Treccani finisce i suoi giorni in un manicomio.
Il nano/carogna con il cuore troppo vicino al buco del culo diventa giudice e usufruisce dei servizi del boia con piacere.
E se furon due guardie a fermarmi la vita, è proprio qui sulla terra la mela proibita, e non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato, ci costringe a sognare in un giardino incantato: sono le ultime parole di un blasfemo.
I sogni di un bambino che da uomo scopre che fare il dottore è soltanto un mestiere che la scienza non puoi regalarla alla gente se non vuoi ammalarti dell'identico male, se non vuoi che il sistema ti pigli per fame.
Ma che la baciai questo sì lo ricordo col cuore ormai sulle labbra, ma che la baciai, per Dio, sì lo ricordo, e il mio cuore le restò sulle labbra. Il malato di cuore costretto a farsi narrare la vita dagli occhi prova la vita e prova l'amore e la sua anima prende il volo.
Il chimico che non capiva l'amore e non volle sposarsi non sapendo chi avrebbe generato e finisce i suoi giorni in un esperimento sbagliato "proprio come gli idioti che muoion d'amore". E sicuramente c'è un modo migliore.
Un ottico suggestivo che spaccia le sue lenti per far si che "le pupille abituate a copiare inventino i mondi sui quali guardare" e i suoi allucinati clienti.
A chiudere anche lui sulla collina insieme agli altri, come tutti, Jones il suonatore: E poi se la gente sa, e la gente lo sa che sai suonare, suonare ti tocca per tutta la vita e ti piace lasciarti ascoltare.
Dormono, dormono sulla collina.
Dormono, dormono sulla collina.
(un'opera d'arte)
Herman e Charley morti sul lavoro, morti bianche le chiamano... Bert, Tom, Ella, Kate colpiti a morte dalla vita, Maggie uccisa dalla violenza di un "animale", Edith e Lizzie chissà, la guerra e le sue vittime e Jones il suonatore che "sembra di sentirlo ancora dire al mercante di liquore Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?": tutti sulla collina.
Un matto che fra Majakowsky e malfatto letti sulla Treccani finisce i suoi giorni in un manicomio.
Il nano/carogna con il cuore troppo vicino al buco del culo diventa giudice e usufruisce dei servizi del boia con piacere.
E se furon due guardie a fermarmi la vita, è proprio qui sulla terra la mela proibita, e non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato, ci costringe a sognare in un giardino incantato: sono le ultime parole di un blasfemo.
I sogni di un bambino che da uomo scopre che fare il dottore è soltanto un mestiere che la scienza non puoi regalarla alla gente se non vuoi ammalarti dell'identico male, se non vuoi che il sistema ti pigli per fame.
Ma che la baciai questo sì lo ricordo col cuore ormai sulle labbra, ma che la baciai, per Dio, sì lo ricordo, e il mio cuore le restò sulle labbra. Il malato di cuore costretto a farsi narrare la vita dagli occhi prova la vita e prova l'amore e la sua anima prende il volo.
Il chimico che non capiva l'amore e non volle sposarsi non sapendo chi avrebbe generato e finisce i suoi giorni in un esperimento sbagliato "proprio come gli idioti che muoion d'amore". E sicuramente c'è un modo migliore.
Un ottico suggestivo che spaccia le sue lenti per far si che "le pupille abituate a copiare inventino i mondi sui quali guardare" e i suoi allucinati clienti.
A chiudere anche lui sulla collina insieme agli altri, come tutti, Jones il suonatore: E poi se la gente sa, e la gente lo sa che sai suonare, suonare ti tocca per tutta la vita e ti piace lasciarti ascoltare.
Dormono, dormono sulla collina.
Dormono, dormono sulla collina.
(un'opera d'arte)
Visite
Così mio fratello trascorreva il suo soggiorno obbligato in carcere e io fuori continuavo a vivere una vita per lo più normale: ormai avevo fatto l'abitudine agli sguardi delle persone e ai commenti. La mattina uscivo presto, portavo a spasso il barboncino della zia e facevo la spesa, poi tornavo a casa per una rapida doccia e volavo a scuola. Due, tre volte a settimana andavo a trovare mio fratello. Io gli parlavo della vita fuori e lui della vita dentro. Nessuno dei due si lamentava. Mentre io gli raccontavo di Carla, la biondina vicina di casa, lui raccontava di aver conosciuto un tipo, un vicino di cella, un assassino vero, allora io smettevo di parlare di me per raccomandargli di stare attento esponendogli le mie preoccupazioni su certe "amicizie" e lui mi rispondeva "Piuttosto stai attento tu, ricordi quello che diceva sempre papà?". Alla rievocazione di quel fantasma calavano almeno 2 minuti di silenzio. Poi si riprendeva a parlare ma con discorsi di circostanza: il tempo, il nuovo taglio di capelli e simili. Quando andavo via Fred mi ricordava sempre di salutare la zia e io di stare attento. Ogni volta che lo andavo a trovare la visita si svolgeva così: due, tre volte a settimana io raccontavo i progressi che facevo nella scalata al cuore di Carla e lui delle sue nuove amicizie.
Uscito dal carcere la luce mi sembrava sempre strana.
Uscito dal carcere l'impressione era che Fred non stesse poi così male rinchiuso lì dentro con tutti quei veri criminali. Lui non era un vero criminale del resto lui non poteva sapere che quella fosse una pistola finta. Eppure il fatto di vederlo "bene" in quella divisa e fra quelle mura carcerarie mi preoccupava. Tornato a casa nascondevo la mia preoccupazione e quando mia zia domandava di Fred la rassicuravo con poche parole e andavo nella mia stanza.
Ogni giorno procedeva tranquillo. Oltre alle mie visite mio fratello riceveva mensilmente la visita di Sara. Né io né Fred capimmo mai per quale motivo almeno una volta al mese trascinasse la sua bellezza in quel carcere : qualche volta incontrandola vedevo nei suoi occhi lo sforzo che quel gesto le procurava e i discorsi tra lei e Fred erano per lo più silenzi, alla fine del tempo lei richiamava l'attenzione di una guardia per fare ispezionare una torta fatta con le sue mani per mio fratello, lui ringraziava e la salutava e lei andava via. Inizialmente Fred uscito dalla grande sala adibita per le visite gettava il dolce nel primo secchio dietro la porta blindata ma dopo i primi mesi aveva capito che poteva usarla per compiacere qualche "amico".
Un lunedì aspettavo l'apertura dei cancelli per l'ingresso delle visite, era luglio e faceva caldo, l'orario d'ingresso era passato da tre minuti e io maledivo il sole e la porta chiusa. Ogni minuto staccavo lo sguardo dalla porta almeno un paio di volte per vedere l'ora. Chiesi anche intorno che ora fosse temendo che il mio orologio segnasse l'ora sbagliata. Poi la porta s'aprì ma invece di permetterci d'entrare venne fuori un secondino: per motivi di sicurezza quel giorno le visite erano state sospese. Tornai a casa senza troppe preoccupazioni. La sera a cena la Tv riportava la notizia che un detenuto era stato ucciso durante l'apertura delle celle per l'orario delle visite. La notizia preoccupò un poco mia zia e molto meno me. Il telegiornale andava avanti e io rassicuravo mia zia ma quando il giornalista annunciò di avere un aggiornamento sull'omicidio nel carcere tornammo in silenzio. Il tipo in piedi con un foglio in mano lesse "Da indiscrezioni filtrate sembra che il detenuto ucciso quest'oggi fosse nella cella 168". Diventai nero in volto. Era la cella di mio fratello. Era la cella di Fred. Mia zia non lo sapeva. Io non glielo dissi. Terminai la cena. A fatica mi arrampicai per le scale e quasi morto mi gettai sul letto.
(da accompagnarsi con "Sole Silenzioso" - Album Amorematico - Subsonica)
Uscito dal carcere la luce mi sembrava sempre strana.
Uscito dal carcere l'impressione era che Fred non stesse poi così male rinchiuso lì dentro con tutti quei veri criminali. Lui non era un vero criminale del resto lui non poteva sapere che quella fosse una pistola finta. Eppure il fatto di vederlo "bene" in quella divisa e fra quelle mura carcerarie mi preoccupava. Tornato a casa nascondevo la mia preoccupazione e quando mia zia domandava di Fred la rassicuravo con poche parole e andavo nella mia stanza.
Ogni giorno procedeva tranquillo. Oltre alle mie visite mio fratello riceveva mensilmente la visita di Sara. Né io né Fred capimmo mai per quale motivo almeno una volta al mese trascinasse la sua bellezza in quel carcere : qualche volta incontrandola vedevo nei suoi occhi lo sforzo che quel gesto le procurava e i discorsi tra lei e Fred erano per lo più silenzi, alla fine del tempo lei richiamava l'attenzione di una guardia per fare ispezionare una torta fatta con le sue mani per mio fratello, lui ringraziava e la salutava e lei andava via. Inizialmente Fred uscito dalla grande sala adibita per le visite gettava il dolce nel primo secchio dietro la porta blindata ma dopo i primi mesi aveva capito che poteva usarla per compiacere qualche "amico".
Un lunedì aspettavo l'apertura dei cancelli per l'ingresso delle visite, era luglio e faceva caldo, l'orario d'ingresso era passato da tre minuti e io maledivo il sole e la porta chiusa. Ogni minuto staccavo lo sguardo dalla porta almeno un paio di volte per vedere l'ora. Chiesi anche intorno che ora fosse temendo che il mio orologio segnasse l'ora sbagliata. Poi la porta s'aprì ma invece di permetterci d'entrare venne fuori un secondino: per motivi di sicurezza quel giorno le visite erano state sospese. Tornai a casa senza troppe preoccupazioni. La sera a cena la Tv riportava la notizia che un detenuto era stato ucciso durante l'apertura delle celle per l'orario delle visite. La notizia preoccupò un poco mia zia e molto meno me. Il telegiornale andava avanti e io rassicuravo mia zia ma quando il giornalista annunciò di avere un aggiornamento sull'omicidio nel carcere tornammo in silenzio. Il tipo in piedi con un foglio in mano lesse "Da indiscrezioni filtrate sembra che il detenuto ucciso quest'oggi fosse nella cella 168". Diventai nero in volto. Era la cella di mio fratello. Era la cella di Fred. Mia zia non lo sapeva. Io non glielo dissi. Terminai la cena. A fatica mi arrampicai per le scale e quasi morto mi gettai sul letto.
(da accompagnarsi con "Sole Silenzioso" - Album Amorematico - Subsonica)
domenica 8 giugno 2008
Derivanti
Cammino nella tua bocca
come un bambino
a cuore aperto
che inonda il mare
dove risplende
la prima parola
detta in silenzio
come un cristallo
si stacca
dagl'occhi al cielo
dal cielo alla terra
e così via
fino alle sponde di te
su questa riva
alla deriva
camminiamo....
("Derivanti" - Album: Trasparente - Marco Parente)
come un bambino
a cuore aperto
che inonda il mare
dove risplende
la prima parola
detta in silenzio
come un cristallo
si stacca
dagl'occhi al cielo
dal cielo alla terra
e così via
fino alle sponde di te
su questa riva
alla deriva
camminiamo....
("Derivanti" - Album: Trasparente - Marco Parente)
giovedì 5 giugno 2008
Io e Annie
"La sapete quella di… hm… di quelle due vecchie signore in villeggiatura, sui monti Catskills, e una dice: "Mamma, come si mangia male in questo posto!" "Oh, sì, il vitto è uno schifo", dice l'altra, "e oltretutto ti danno porzioni così piccole!" Beh, questo è essenzialmente quel ch'io provo nei riguardi della vita: piena di solitudine e squallore, di guai, di dolori, di infelicità… e oltretutto dura troppo poco. C'è poi... c'è quell'altra battuta – importante per me – di solito attribuita a Groucho Marx... ma io credo che risalga a Freud, quando parla del motto di spirito e dei rapporti fra le barzellette e l'inconscio. Dice... cito a memoria... dice... hm... parafraso... dice: «Non accetterei mai di far parte di un circolo che accettasse fra i suoi soci uno come me». Questa è la battuta chiave della mia vita d'adulto per quanto riguarda i miei rapporti con le donne."
(Woody Allen nel monologo d'apertura di "Io e Annie")
"Frattanto si era fatto tardi e tutt'e due dovevamo andare per i fatti nostri. Ma era stato molto bello, rivedere ancora Annie, dico bene? Mi resi conto di quanto era in gamba – stupenda – e, sì, era un piacere… solo averla conosciuta… e allora io… ripensai a cosa fosse l'amore. L'amore credo sia come una vecchia barzelletta, quella dove uno va da uno psichiatra e dice: "Dottore, mio fratello è pazzo, crede di essere una gallina"; e il dottore gli fa "e perché non lo interna?" E poi lui risponde " e così a me le uova chi me le fa?" Bè, credo corrisponda ai rapporti uomo-donna, e cioè che sono assolutamente irrazionali, pazzi e assurdi! Ma credo che continuino, e che la maggior parte di noi, ha bisogno di uova."
(Woody Allen scena finale di "Io e Annie")
Adoro questo film :D
(Woody Allen nel monologo d'apertura di "Io e Annie")
"Frattanto si era fatto tardi e tutt'e due dovevamo andare per i fatti nostri. Ma era stato molto bello, rivedere ancora Annie, dico bene? Mi resi conto di quanto era in gamba – stupenda – e, sì, era un piacere… solo averla conosciuta… e allora io… ripensai a cosa fosse l'amore. L'amore credo sia come una vecchia barzelletta, quella dove uno va da uno psichiatra e dice: "Dottore, mio fratello è pazzo, crede di essere una gallina"; e il dottore gli fa "e perché non lo interna?" E poi lui risponde " e così a me le uova chi me le fa?" Bè, credo corrisponda ai rapporti uomo-donna, e cioè che sono assolutamente irrazionali, pazzi e assurdi! Ma credo che continuino, e che la maggior parte di noi, ha bisogno di uova."
(Woody Allen scena finale di "Io e Annie")
Adoro questo film :D
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