venerdì 27 febbraio 2009

In attesa della propria risurrezione

Non sono state le mani legate alla rete del letto e le bende sugli occhi e il sesso a tenermi legato a te, né le serate passate a trasformare le nostre arterie in autostrade d'alcool ma la speranza. La speranza di un abbraccio, di un bacio, di un "ti amo" o quanto meno un misero "ti voglio bene", la speranza di venire prima di qualcun altro, la speranza di non vedere l'imbarazzo nei tuoi occhi di noi davanti ai tuoi amici, che fossi a tuo agio tra loro con me, la speranza di essere protetto da te, la speranza... la speranza...
e se la speranza è l'ultima a morire noi siamo morti già da tempo.
E la speranza muore per ultima perché non è capace di risorgere... e noi?
Tu, come passando fra le porte automatiche di un McDonald, ti risveglierai da quel sonno eterno e tornerai in vita con immediatezza e facilità: tutto normale e nessun segno.
Io oramai troppo legato a quella speranza che mi ha tenuto compagnia per tutto questo tempo, al suo fianco rimarrò nella terra e fra i vermi.

giovedì 26 febbraio 2009

Istruzioni per l'abuso

I miei pensieri sono materia liquida.
Essi nuotano uno dentro l'altro. A volte qualcuno va in profondità e giace sul fondo per riposare o magari nascondendosi nel buio dell'abisso tenta di sbucare fuori all'improvviso per prendere qualche altro pensiero e portarlo con se in superficie, senza nessuna logica, senza troppa premeditazione, giocosamente. Altre volte i pensieri più pesanti e tetri si uniscono tra loro, precipitano in blocchi e rimangono sul fondo e sul fondo ne aspettano altri precipitare, depositarsi sulla loro superficie e stratificandosi sotto la pressione del resto della massa liquida pensosa formare un blocco solido con un volume sempre maggiore: il monolite nero.
I pensieri più leggeri e felici sfrecciano vicino la superficie, ogni tanto saltano al di fuori e ricadendo nel fluido producono schizzi di ricordi. Quando fa più caldo queste saette di pensiero divengono sempre più calde e tra un salto e l'altro si perdono nell'aria vaporizzandosi.
Succede a volte che troppi di questi pensieri si staccano dagli altri riducendo il volume del fluido mentale, facendo si che il monolite nero non stia più nelle profondità ma si avvicini alla superficie. Così molti pensieri veloci impattano sull'infausto blocco polverizzandone piccoli frammenti che nel poco liquido facilmente raggiungono concentrazioni nocive con il risultato di una contaminazione totale. A questo punto i pensieri relativamente più pensanti avvelenati precipitano e si inglobano nel monolite divenendo irrecuperabili, quelli più leggeri infettati che riescono a vaporizzarsi contaminano le altre nell'aria e formano delle nubi nere che scatenano tempeste riempiendo la pozza cerebrale, diluendo sì la tossina rilasciata dal monolite ma anche raffreddando tutti i pensieri e scaricandone di pesanti.
Lo so è assurdo: quei pensieri felici sono causa dell'ingrandirsi di quel triste, solido blocco sul fondo. E sulla sua solidità ci sono le mie basi.

(da accompagnarsi con "Ridi Irene Ridi" - Album: Fiducia nel nulla migliore - Moltheni)

martedì 24 febbraio 2009

Haiku d'emergenza

Una bianca casa
un addio silenzioso.
Sole anemico.

sabato 21 febbraio 2009

Pensiero di oggi

Le belle parole in frasi affascinanti vanno dette sotto voce, divaricando i silenzi con respiri strascinati, quando tutto intorno tace. E noi che più non sussurriamo, che non sappiamo più scegliere parole, spesso ci perdiamo ad urlare cose con poco senso e minor importanza. Noi non siamo straordinari come pensavamo e la nostra condizione è comune. Eccezionale è rispettare doveri mai imposti, costruire sull'incertezza della rena quattro solide mura con un tetto fatto di tutte le sfumature di blu ed essere fiduciosi che non piova. Io non sono straordinario e quanto meno tu. Fuori dal comune è l'abnegazione di sé, essere dono per l'altro, avere maggior indulgenza che per noi stessi. Invece noi ci siamo persi dietro tanti "Io", risparmiandoci miseramente per nessun futuro.
Tu tra l'ironia e il silenzio, con quel velo di cattiveria e sempre una scusa pronta nella tasca dei pantaloni ti senti forte.
Io che curo le mie febbri e i dispiaceri con il sonno sogno sempre meno e spesso mi sento niente.
Noi...

sabato 14 febbraio 2009

mercoledì 11 febbraio 2009

Porterò con me

Porterò con me
l’imbarazzo del primo bacio
e i tuoi occhi nel lago
le tue smorfie piccanti
strofinandoci il naso
la speranza spezzata
di toglierti le calze
di vederti dormire
coi pugni sulle guance
porterò con me
un maglione mai lavato,
le tue cadute nel buio
la sconfitta,
l’ingenuità d’innamorarmi
la tua testa sulla spalla
e i tuoi occhi bagnati
il profumo del legno
e delle lenzuola
porterò con me
l’intimità delle nostre carezze
e sorrisi puerili
la tua silenziosa sorpresa
sotto l’ultima luna
il vento freddo pungente
e l’abbraccio più caldo
e quel fare l’amore
per fermare il tempo.

Ettore Giuradei

domenica 1 febbraio 2009

Psicanalisi

Eravamo giganti di fronte al mondo,
col sole allo zenith
l'ombra di un nostro abbraccio
copriva vellutata chilometri
lungo il nostro sguardo.
Potevamo tutto
e per cogliere un mazzo di stelle
da mettere in un vaso
per ornare il tavolo della cena
bastava, in punta di piedi,
allungare la mano verso il prato blu.
Dunque, poi, ci siamo persi
naufraghi su un'isola
dove tutto è enorme
le forme le stesse di sempre
in dimensioni infinite,
ogni cosa piccola di prima,
enorme ora, ha imposto distanze stellari,
il futile e l'inutile non stanno più
sotto la suola della nostra,
ormai non più vigorosa, pestata.
Quanta malinconia,
è come se piovesse da anni,
un diluvio universale senza fine
perché senza fine sono i nostri peccati,
perché non c'è peccato più grande
di sprecare un amore così.