venerdì 31 luglio 2009

Mi manca un senso

E lo shuttle è solo un grande ago
per ricucire il buco dell'ozono.
E per riavvicinare le nostre pelli
avrei bisogno di uno scienziato pazzo
che ci cucisse insieme
come in una scena di un film horror
di bassa categoria.
Guardo la notte densa scendere dal cielo
mischiarsi con la luce liquida del giorno
prepara il cocktail di emozioni del tramonto.
Voglio ubriacarmi fino a sentirmi male
e quando inizierò a vomitare
avrai la soddisfazione di dire
"Te l'avevo detto".
Guardo la notte densa scendere dal cielo
con il suo mantello al collo di stelle
e tu compari per prima
e ti chiami Amore.
I miei occhi sono le mie mani
che cantano sulla tua pelle,
vivono fra tuoi capelli,
bevono dalle tue labbra
e ti vedo come la luce
non è in grado di rivelarti.
Le tue tre dimensioni ne nascondono
altre tre ciascuna,
avrei bisogno di un senso in più
per non perdermi
e non c'è filo d'Arianna
per sfuggirti
che sei come la volta celeste
illudi e impressioni
e mi imprigioni fra atmosfera e gravità
e ogni stella è una porta
che aperta mostra un ricordo
e mi lancia in un altra dimensione.
E io sono sempre me
e tu non lo sei mai stata.
Però fai attenzione.
Lo senti?
Lo senti il rumore di fondo dell'universo?
Lo senti che senza di te mi sento perso?
Lo senti quel grido che chiama il tuo nome
e chiede perdono?

Nessun commento: