(ovvero effetti collaterali del glutammato monosodico)
Vorrei sapere giusto per il gusto di sapere e poi un giorno d'improvviso trovare l'utilità di quella conoscenza; vedere i tramonti e non pensare al Piccolo Principe che ho rapito quand'ero bambino e nessuno mai ha reclamato per lui libertà, mai nessun appello nel nome del Signore, nel nome dell'umanità e della giustizia per far si che venisse rilasciato.
Ho nascosto momenti, parole, situazioni, persone come cadaveri murati nelle fondamenta della costruzione del mio essere.
L'idiozia della scelta, la follia del "se", neanche fossimo liberi veramente.
L'idiozia della scelta, la follia del "se" ad aprire infinite possibilità che non sono possibili se non una alla volta: avere un figlio di sei anni è solo un sentiero sbarrato da un "se" che è stato scartato.
Le "sliding doors".
"E pensavo dondolato dal vagone, cara amica il tempo prende, il tempo dà. Noi corriamo sempre in una direzione ma qual sia e che senso abbia chi lo sa? Restano i sogni senza tempo, le impressioni di un momento, le luci nel buio di case intraviste da un treno. Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nella testa, e il cuore di simboli pieno."
Abbiamo notizie su tutto, tranne su chi siamo e dove andiamo: terremoti interiori sconquassano il terzo mondo del nostro animo, tsunami inondano i nostri polmoni e i nostri occhi, feriamo e disperdiamo animi e corpi sulle spiagge in concessione come uragani estivi e nessun giornale tv ne da notizia. Siamo soli e c'attardiamo ad urlare il nostro dolore all'universo sperando che forme di vita intelligenti intercettino le nostre grida radio con parabole meno arruginite delle nostre ossa. Parliamo da soli come il matto, rivolti a qualcuno che non può comprendere le nostre parole, radiografie di un mondo in miniatura chiuso nella bottiglia dell'universo. Allora malati terminali affetti da noi stessi cerchiamo l'altro per fingere che tutto ciò sia solo una suggestione: elettroshock d'amicizia, lobotomizzazioni d'amore, oppioidi sotto forma di note compressi in mp3, film lisergici per trip da consumare sulle poltrone del cinematografo o sui letti casalinghi, flebo di etanolo per nutrirci le vene ormai vuote.
Ho un tumore secernente depressina.
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