giovedì 25 giugno 2009

Specchi rotti

Mi lanci occhiate e parole
che si infilzano nell'anima
in profondità come pilastri
su cui io costruisco solide fantasie
azzurre cosmogonie:
tu solco in terra
io seme in aria
il nostro incontro è la scintilla primaria
giovani dei padroni
non di vita o di morte
ma di chiaro amore.

Mi lanci occhiate e parole
che si infilzano nell'anima
in profondità come bianche spade
alle quali ti aggrappi:
con leggerezza il tuo corpo
appeso come un'opera in un museo
affonda il colpo e guida
le lame verso il fondo
stracciandomi come una tela di Fontana
brandelli di quei mille me
coriandoli per il mio funerale.

Come posso non amarti
se devo amarti?
Come puoi amarmi
se non devi amarmi?

giovedì 18 giugno 2009

Con te è normale

Evito di pensarti
che se ti penso
s'alza il vento
e spinge il mare
in violenta tempesta,
la perfezione del volo
dei gabbiani s'abbandona
e si lascia trascinare,
le navi finiscono
sotto l'autorità
di comando delle onde,
questa è la sorte
che spetta ai miei pensieri.
Ecco la burrasca:
il tuo nome
innesco nella gola
deflagrazione sulle labbra
esplosione sui denti,
sconquassa l'anima,
l'avvolge di melassa;
il tuo corpo dipinto
dalla mano di Schiele
taglia l'aria
come un'aquila in picchiata;
il tuo amore ritratto
dai pennelli di Botero
è abbondante, prospero e morbido.
Sono naufrago felice
che non chiede
di essere salvato.

Solo il corpo e la curiosità di te

La tua bellezza senza rispetto
per la mia libertà
mi incatena con un magnetismo che attrae
i miei pensieri e li fa orbitare intorno a te.
Quanto costa la tua pelle?
Dimmelo!
La compro,
ti pago in voglia e desiderio
e poi ti indosso
il più che posso
passassi anche di moda.

sabato 6 giugno 2009

Farewell [5]

Più non s'incanteranno i miei occhi nei tuoi occhi,
più non s'addolcirà vicino a te il mio dolore.

Ma dove andrò porterò il tuo sguardo
e dove camminerai porterai il mio dolore.

Fui tuo, fosti mia. Che più? Insieme facemmo
un angolo nella strada dove l'amore passò.

Fui tuo, fosti mia. Tu sarai di colui che t'amerà,
di colui che taglierà nel tuo orto ciò che ho seminato io.

Me ne vado. Sono triste; ma sempre sono triste.
Vengo dalle tue braccia. Non so dove vado.

… Dal tuo cuore un bimbo mi dice addio.
E io gli dico addio.

-Pablo Neruda-

venerdì 5 giugno 2009

Tra la febbre

Ranicchiandoti come un bimbo nel ventre materno
leggera e calda dormivi sulla mia anima
e sulla mia anima hai lasciato l'impronta
del tuo corpo umano e divino.

In quell'orma si raccolgono le mie lacrime
che piango per il dolore d'esser caduto
inciampando nel ricordo dei tuoi sguardi
impigliato nel profumo dei tuoi capelli.

Pattugli, mitra al collo, le circonvoluzioni
del mio cervello, arresti pensieri
e li comandi con il canto della tua voce
a seguirti dove tu non sei.

Trasparente cavalco il fantasma di un cavallo
dipinto su tela di ragno, anelando nella nebbia
verso il mare e cerco fra le onde e la sabbia
il primo bacio che a me non volevi dare.