Abbagliarti mentre mi segui su strade poco battute
cancellare le tue orme in terra,
coprire le tracce nell'aria
perderti in un piano in cui la foschia
ti nasconda il sole, la luna e le stelle
e l'infinito tutto intorno ti vieti
la vista di una via per il ritorno.
E lì io ti sarei necessario
punto di riferimento per la sopravvivenza,
unico a raccogliere le tue parole,
monopolista dei tuoi gesti.
Così ti vorrei mia.
Che sia anche solo inganno
il desiderio di te
supera la mia morale.
martedì 20 gennaio 2009
domenica 18 gennaio 2009
Glamodrama - Verdena
A volte lei cambia pelle
E lo confessa a me continuamente
Lei esplora l'ordine diffuso da me
Ed ora è chiaro che la carie più viva sei solo tu
Demone, demone come cadi bene, un bolide!
Diamine, demone l'ansia divora
A volte compaiono streghe
La psicoanalisi non funziona più come io vorrei
Demone, demone come cadi bene, un bolide!
Diamine, demone l'ansia divora
La serpe non cambia pelle
E non è vero che la carie più viva resti solo tu.
E lo confessa a me continuamente
Lei esplora l'ordine diffuso da me
Ed ora è chiaro che la carie più viva sei solo tu
Demone, demone come cadi bene, un bolide!
Diamine, demone l'ansia divora
A volte compaiono streghe
La psicoanalisi non funziona più come io vorrei
Demone, demone come cadi bene, un bolide!
Diamine, demone l'ansia divora
La serpe non cambia pelle
E non è vero che la carie più viva resti solo tu.
sabato 17 gennaio 2009
Candidosi
E ricorda che il fegato non dimentica
Gli alcolici e gli accostamenti casuali
Dei tuoi vestiti normali
Con costellazioni di stelle di sperma
Che si illuminano nel buio...
Che si illuminano nel buio...
Le città finiscono
Ai bordi degli aeroporti
Spaventapasseri hanno armi ciondolanti
Sempre più grandi e più impotenti
Per sparpagliare le lacrime nei corridoi degli aeroporti
e della stazione Termini
Roma dove termini...
Siano scivoli per te
Le occhiaie dei pendolari
Siano scivoli per te
Le merde dei cani
E con le dita in gola ti ringrazio per la cena
E con due dita in gola ti ringrazio per la cena a lume di televisore
E le caverne universitarie con il mal d'Amsterdam
Faremo tutte le segretarie con il mal d'Africa
E ci sforzeremo di sembrare troie che...
E ci sforzeremo di sembrare troie che...
Si illuminano...
Si illuminano...
Che si illuminano...
Siano scivoli per te
Le occhiaia dei pendolari
Siano scivoli per te Le merde dei cani
(Le Luci della Centrale Elettrica)
Gli alcolici e gli accostamenti casuali
Dei tuoi vestiti normali
Con costellazioni di stelle di sperma
Che si illuminano nel buio...
Che si illuminano nel buio...
Le città finiscono
Ai bordi degli aeroporti
Spaventapasseri hanno armi ciondolanti
Sempre più grandi e più impotenti
Per sparpagliare le lacrime nei corridoi degli aeroporti
e della stazione Termini
Roma dove termini...
Siano scivoli per te
Le occhiaie dei pendolari
Siano scivoli per te
Le merde dei cani
E con le dita in gola ti ringrazio per la cena
E con due dita in gola ti ringrazio per la cena a lume di televisore
E le caverne universitarie con il mal d'Amsterdam
Faremo tutte le segretarie con il mal d'Africa
E ci sforzeremo di sembrare troie che...
E ci sforzeremo di sembrare troie che...
Si illuminano...
Si illuminano...
Che si illuminano...
Siano scivoli per te
Le occhiaia dei pendolari
Siano scivoli per te Le merde dei cani
(Le Luci della Centrale Elettrica)
martedì 13 gennaio 2009
Dialoghi con la colecisti
Abbiamo soluzioni ma non i problemi e non è il caso di cercarne.
Sotto un cielo a toppe grigie, col vento a tirarci i capelli, il mare ad ovattarci le orecchie, in uno strappo di cielo abbiamo confuso un aereo con Venere.
Più tardi quando il buio confondeva la tua pelle con l'aria, le onde proteggevano le nostre conversazioni da orecchie indiscrete: pubblicità, astrazioni e filosofie spicciole, panda estinti dall'erosione delle coste; ancora non spendevamo la notte a consumarci la pelle.
E intanto la sabbia ci penetrava nelle scarpe e nel risvolto dei pantaloni.
E intanto mi entravi nelle scarpe e nel risvolto dei pantaloni e una doccia non è bastata a portarti via.
Abbiamo poggiato le labbra su bottiglie di vino più volte che fra le nostre ed entrambi non abbiamo letto l'etichetta per non perdere il gusto della sorpresa.
Sotto un cielo a toppe grigie, col vento a tirarci i capelli, il mare ad ovattarci le orecchie, in uno strappo di cielo abbiamo confuso un aereo con Venere.
Più tardi quando il buio confondeva la tua pelle con l'aria, le onde proteggevano le nostre conversazioni da orecchie indiscrete: pubblicità, astrazioni e filosofie spicciole, panda estinti dall'erosione delle coste; ancora non spendevamo la notte a consumarci la pelle.
E intanto la sabbia ci penetrava nelle scarpe e nel risvolto dei pantaloni.
E intanto mi entravi nelle scarpe e nel risvolto dei pantaloni e una doccia non è bastata a portarti via.
Abbiamo poggiato le labbra su bottiglie di vino più volte che fra le nostre ed entrambi non abbiamo letto l'etichetta per non perdere il gusto della sorpresa.
domenica 11 gennaio 2009
sabato 10 gennaio 2009
Urla piano!
"Mi manca"
"Cosa ti manca? l'idea di avere qualcuna?"
"Mi manca lei, non l'idea di appagare qualcosa."
"Ti piace così tanto da mancarti?"
"Sì ma rimane una merda."
"Te lo sai cosa vuoi da lei?"
"Non Saprei. Oggi ho visto Dancer in the Dark."
"..."
"..."
"Cosa ti manca? l'idea di avere qualcuna?"
"Mi manca lei, non l'idea di appagare qualcosa."
"Ti piace così tanto da mancarti?"
"Sì ma rimane una merda."
"Te lo sai cosa vuoi da lei?"
"Non Saprei. Oggi ho visto Dancer in the Dark."
"..."
"..."
giovedì 8 gennaio 2009
Stasera e dintorni
Stasera ho avuto paura di guidare forte.
E quindi ho guidato piano.
Che poi non mi regga in piedi o di quello che succede non mi interessa molto perché stasera ho avuto paura di guidare forte.
E quindi ho guidato piano.
E quindi ho guidato piano.
Che poi non mi regga in piedi o di quello che succede non mi interessa molto perché stasera ho avuto paura di guidare forte.
E quindi ho guidato piano.
martedì 6 gennaio 2009
Hofmann e la tua lingua
Succede poi che ti ritrovi a guardare un viso: parti dagli occhi, scendi lungo il naso arrivi fra le labbra e scegli una delle due metà del volto e col dito perso in quella valle morbida vai a sinistra verso l'angolo della bocca e quindi sulle guance fino all'orecchio, fai un giro di pista su questo e scendi giù lungo l'ovale del viso fino al mento e da lì risali alle labbra per partire verso l'altra metà inesplorata lungo lo stesso percorso.
(Tutto questo senza mai farsi prendere dalla tentazione di andare verso il collo.)
E succede che non pensi perché non ne hai bisogno e senti e quasi una lacrima sfugge dagli occhi per quello che senti.
Quello che senti sono pensieri non ragionati ma che filano alla perfezione, in mano hai un passe par tout: cerchi, trovi e apri la porta della felicità e ti ci lanci dentro.
Tu, piccolo fiore lisergico, mi hai regalato il tuo succo e quella porta aperta era solo una finestra.
(Tutto questo senza mai farsi prendere dalla tentazione di andare verso il collo.)
E succede che non pensi perché non ne hai bisogno e senti e quasi una lacrima sfugge dagli occhi per quello che senti.
Quello che senti sono pensieri non ragionati ma che filano alla perfezione, in mano hai un passe par tout: cerchi, trovi e apri la porta della felicità e ti ci lanci dentro.
Tu, piccolo fiore lisergico, mi hai regalato il tuo succo e quella porta aperta era solo una finestra.
domenica 4 gennaio 2009
La vita dovrebbe essere vissuta al contrario
Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo, e così tricchete tracchete il trauma è bello che superato. Quindi ti svegli in un letto di ospedale e apprezzi il fatto che vai migliorando giorno dopo giorno. Poi ti dimettono perché stai bene e la prima cosa che fai è andare in posta a ritirare la tua pensione e te la godi al meglio. Col passare del tempo le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora, le rughe scompaiono. Poi inizi a lavorare e il primo giorno ti regalano un orologio d'oro. Lavori quarant'anni finché non sei così giovane da sfruttare adeguatamente il ritiro dalla vita lavorativa. Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e ti prepari per iniziare a studiare. Poi inizi la scuola, giochi con gli amici, senza alcun tipo di obblighi e responsabilità, finché non sei bebè. Quando sei sufficientemente piccolo, ti infili in un posto che ormai dovresti conoscere molto bene. Gli ultimi nove mesi te li passi flottando tranquillo e sereno, in un posto riscaldato con room service e tanto affetto, senza che nessuno ti rompa i coglioni. E alla fine abbandoni questo mondo in un orgasmo!
Woody Allen
(Un genio)
Woody Allen
(Un genio)
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