Contro l'Incomunicabilità con cui giustificavi tutto
mi sono proposto di scrivere per te la mia biografia
e citando l'ennesima canzone ti domandavo
se sarebbe rimasta fuori dai libri di psichiatria.
Vuoi davvero sapere del mio figlio immaginario di nove anni, quasi dieci?
o del mio viaggio ad Amsterdam volando con lei
fuggendo da lei, la marionetta?
Sei sicura di voler sentire delle mie migliori amiche
sparite per il mondo a piantare semi neri in città straniere
e perché sono fatte così?
O di mio padre che col telefono copre 400 metri
e distanze infinite con il baseball?
Vuoi che ti racconti la paura inscenata dai suoi occhi
nel vedere il sangue rappreso da poco
sotto le bende, sotto le coperte?
E la paura di lei che tutti i giorni
si alza e va in cerca dell'amore
e quel giorno aveva trovato le mie intenzioni
e non trovava me?
E delle telefonate di quella che parla come te
alle tre di notte, e della mia rabbia contro di lei
e di quel bacio sulla spiaggia,
uno dei più belli che si vedranno mai,
che diresti?
E riusciresti a capire?
Ché l'Incomunicabilità, armatura di cui ti vesti,
è sempre dietro l'angolo.
È il male della nostra esistenza
l'illusione che tiene in vita
le nostre vite cibernetiche.
E te Le dai un'esagerata importanza
come una scoperta straordinaria
come una scusa per la ritirata
e abbatti la mia felicità frivola
che mi avevi appena donata.
E quindi non ti ho detto delle mie giornate
uccise dai minuti lenti spinti dai secondi
non ti ho detto di quelle cose
che qualcuno ha chiamato errori
e per questi non mi sono giustificato.
E tu vuoi sapere
e di te non dici niente.
Mi fai diventare il dotto biliare di Tizio.
mercoledì 20 giugno 2012
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